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«Califano ci invitava ogni sera a cena fuori, ci portava a Capri, dove comprava i sandali fatti a mano»

I Ricchi e Poveri al Corsera: «Ci diede il nome Ricchi e Poveri perché diceva che eravamo ricchi di spirito ma poveri di tasca»

«Califano ci invitava ogni sera a cena fuori, ci portava a Capri, dove comprava i sandali fatti a mano»

«Califano ci invitava ogni sera a cena fuori, ci portava a Capri, dove comprava i sandali fatti a mano»

Il Corriere della Sera intervista i Ricchi e Poveri. Dopo l’addio di Marina Occhiena nel 1981 e la scomparsa di Franco Gatti nell’ottobre 2022, sono rimasti soltanto in due: Angelo Sotgiu e Angela Brambati. Tra i loro maggiori successi ci sono brani come “Sarà perché ti amo”, “Come vorrei” e “Mamma Maria”. Oggi sono giudici a The Voice Senior 3. Al quotidiano raccontano il loro passato, quello precedente al debutto nel mondo dello spettacolo. Angela faceva la benzinaia, Angelo, invece, era operaio all’Italsider.

Angela: «Abitavo accanto a un distributore della Shell, gli stavo sempre tra i piedi, perciò il titolare alla fine mi ha assunto. Me la cavavo, a parte qualche pasticcetto… come quando ho versato dell’acqua nel serbatoio dell’olio. Ho fatto pure l’aiuto parrucchiera. Lei lavorava in casa, in cucina. Dovevo risciacquare i capelli a una cliente, ho sbagliato pentola, invece dell’acqua calda le ho versato in testa il brodo con la minestrina. Licenziata».

Angelo: «Tornato dal servizio militare ho mollato la fabbrica. Ho lavorato come barista, falegname, tornitore, ascensorista, che mi è tornato comodo: non ho più paura di prendere l’ascensore perché, se si ferma, so come farlo ripartire».

Angela: «Dimenticavo, tentai anche come sarta. Ho cucito un cappottino per il mio cuginetto, solo che mi è venuto con le maniche dritte, orizzontali, come se avesse le braccia ingessate».

Quando erano adolescenti sono stati anche fidanzati, poi, quando è iniziata l’avventura dei Ricchi e Poveri, sono diventati amici, quasi fratelli. I Ricchi e Poveri sono stati scoperti da Fabrizio De André.

Angelo: «Ci mandò a chiamare da un comune amico. “Venite a casa mia”. Ci presentammo con le nostre chitarrine. Ci ascoltò e poi ci propose di andare a Milano dalla sua casa discografica. Partimmo da Genova con la Seicento della mamma di Franco, in cinque non ci si stava, De André era grande e grosso, perciò viaggiò per conto suo. Ma il produttore non ci trovò interessanti».

Angela: «“Questi qui non capiscono un belìn”, disse Fabrizio. “Avrete successo lo stesso”».

Poi arrivò Franco Califano.

Angelo: «Era direttore artistico della Carosello. Ci convocò a Milano. Gli cantammo tre pezzi, forse quattro, il repertorio era tutto lì».

Angela: «Andò a chiamare Alfredo Cerruti. Senti questi qui, sono bravi. E ci fece ricantare. Poi convocò il maestro D’Anzi, quello di O mia bela Madunina. Ricantammo. Alla fine restammo senza voce. Califano si licenziò. “Voglio diventare il vostro produttore”. Ci portava in giro su una macchinona bianca americana, ogni sera a cena fuori, pagava sempre lui».

Angelo: «Per vergogna, una sera gli abbiamo risposto che avevamo già un invito. Non era vero. Ci fermammo alla prima curva e tirammo fuori i panini. Ma Franco uscì subito dopo di noi e ci vide. “Siete ricchi di spirito e poveri di tasca. Da oggi vi chiamerete così, i Ricchi e Poveri».

Angela: «Ci portava a Capri, dove comprava i sandali fatti a mano. Noi ci vestivamo ai mercatini, lui dal sarto, sceglieva le stoffe e ordinava quattro completi su misura. Aveva classe, era affascinante, non per me, non ero il suo tipo, gli piacevano quelle con la puzzetta sotto al naso».

Vi cambiò il look.

Angela: «Portavo i capelli lunghi, ondulati. “Tagliali corti, cortissimi”. Non andavano nemmeno di moda, però gli ho dato retta, mi fidavo, sono una che si butta, non mi spaventa niente».

Angelo: «A me ordinò: “Fatti biondo”. A quei tempi, per un uomo, andare dal parrucchiere e chiedergli una tinta platino non era proprio facile… Mia madre si vergognava. “A casa siamo tutti bruni, cosa penserà la gente?”. Così è diventata bionda pure lei».

Nel 1970 il debutto a Sanremo con «La prima cosa bella», con Nicola Di Bari.

Angelo: «Ci chiamarono all’ultimo minuto, come tappabuchi, si era liberato un posto. Doveva andarci Gianni Morandi, invece toccò a noi».

Angela: «Gli altri cantanti ci mettevano soggezione, ma noi sapevamo di essere bravi».

Nel 1971 il bis con «Che sarà», in coppia con Josè Feliciano.

Angelo: «Anche quella volta doveva esserci Morandi e invece alla fine ci lasciò il posto. Grazie ancora, Gianni».

Nel 1981 Marina è uscita dal gruppo.

Angelo: «Sul momento fu un trauma, pensammo che potesse finire tutto».

Angela: «Poi però venne Sarà perché ti amo. Vero, si chiude una porta e si apre un portone».

Il posto più assurdo in cui siete esibiti?

Angelo: «In Kamchatka, sul mare di Bering».

Angela: «Siamo atterrati di notte, con 25 gradi sottozero. Ci hanno portato in un centro termale a fare il bagno nell’acqua calda che sgorgava tra le rocce vulcaniche, ogni tanto saliva uno zampillino rovente che bruciava i piedi».

I critici vi maltrattavano.

«Ci rimproveravano di essere troppo popolari. Negli anni Settanta e Ottanta era un’offesa, oggi siamo pop, una consacrazione».

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