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Trentalange: «Un arbitro resta tale anche quando la pressione mediatica gli addebita colpe inesistenti»

La lettera ai presidenti di sezione: «Non ho responsabilità giuridiche, mi dimetto per tutelare l’Aia da ogni paventata ipotesi commissariale»

Trentalange: «Un arbitro resta tale anche quando la pressione mediatica gli addebita colpe inesistenti»
Db Milano 17/10/2022 - Gran Gala' del Calcio Aic 2022 / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: Alfredo Trentalange

Il presidente dell’Aia, Alfredo Trentalange, si è dimesso ieri dopo le pressioni del presidente della Figc, Gabriele Gravina. Gravina gli ha posto un ultimatum: o lasci da solo o commissionerò l’Aia. Meglio evitare ulteriori brutte figure. Così Trentalange ha finalmente deciso di fare un passo indietro. Il capo degli arbitri lascia dopo poco più di un anno dal suo insediamento. Ieri ha inviato un messaggio ai presidenti di sezione, annunciando le sue dimissioni. La Gazzetta dello Sport ne riporta il testo. Trentalange scrive:

«Sono certo di non avere responsabilità giuridiche mentre, per quanto riguarda eventuali responsabilità politiche, la risposta più bella, chiara, univoca me l’avete data voi in quell’incontro che porterò per sempre nel cuore: credo, però, che rassegnare queste dimissioni sia la doverosa conclusione di un percorso che in questi giorni mi ha almeno permesso di poter dimostrare la mia correttezza e, soprattutto, onestà. Rassegno, allora, le mie irrevocabili dimissioni alla vigilia di un appuntamento (il Consiglio Federale, ndr) dal quale nulla avrei ragione di temere ma che, purtroppo, altri potrebbero trasformare in un evento a rilevanza completamente diversa».

Trentalange chiarisce che le dimissioni vengono dalla

«volontà di tutelare l’Associazione da ogni paventata ipotesi commissariale»

e scrive:

«un arbitro resta tale anche quando non è la realtà dei fatti ma solo la pressione mediatica ad addebitare colpe inesistenti».

Oggi i quotidiani raccontano la telefonata con cui Gravina ha stretto all’angolo Trentalange portandolo alle dimissioni. Il Corriere della Sera, ad esempio, scrive:

“Come mai proprio ieri si è arrivati al passo indietro di Trentalange, che nel frattempo già aveva perso l’autonomia della giustizia arbitrale passata sotto l’egida della Figc? Riavvolgiamo il nastro: appena è scoppiata la bufera D’Onofrio il presidente federale Gravina, sollecitato anche dalla Lega di A — determinata a costituire una commissione d’inchiesta — aveva chiesto inutilmente al numero uno dell’Assoarbitri di presentare dimissioni. Mossa improduttiva fino a ieri, quando il presidente federale nell’ultima telefonata ha spiegato a Trentalange che avrebbe portato all’approvazione del consiglio federale di oggi il provvedimento di commissariamento dell’Aia. Trentalange, stretto all’angolo, ha deciso allora in autonomia”.

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