Il Campione del mondo del 1968 raccontava così la gara a Imola: «Al Mondiale il distacco che ho dato al secondo, 9’50” a Van Springel, non è stato più neppure avvicinato»
Il mondo del ciclismo sportivo piange Vittorio Adorni, morto all’età di 85. Adorni maglia rosa nel 1965 e Campione del Mondo nel 1968. Un impresa che si è conclusa ad Imola ed è lui stesso a raccontarla prima di morire in una lunga intervista alla Gazzetta.
In un’altra intervista, l’ultima, raccontava così le sue due vittorie più importanti:
«Al Mondiale il distacco che ho dato al secondo, 9’50” a Van Springel, non è stato più neppure avvicinato. Anche al Giro, il secondo, Zilioli, arrivò a 11’26”. Il margine più grande dal 1955. Sono numeri, ma spiegano».
In carriera Adorni ha vinto 60 corse professionistiche e in totale ha indossato la maglia rosa per 19 giorni. Ritiratosi dalle pedalate in bicicletta, Adorni è diventato commentatore tecnico e direttore sportivo alla Salvarani e alla Bianchi-Campagnolo.
Al fianco di Sergio Zavoli era opinionista nella celebre trasmissione sul Giro d’Italia, “Processo alla tappa”. A darne la notizie è stata la figlia di Felice Gismondi.
“Quando ancora correva ed è stato il precursore dei commentatori tv ex sportivi, capace di raccontare l’aspetto tecnico degli eventi con una capacità di linguaggio unica.”