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La figlia di Villaggio: «Gli sarebbe piaciuto essere ricordato come autore più che come Fantozzi»

Al Secolo XIX: «Invecchiare lo spaventava. Sentiva di perdere delle possibilità: dal sesso al muoversi agilmente. Ma la morte lo intrigava, è sempre stato curioso».

La figlia di Villaggio: «Gli sarebbe piaciuto essere ricordato come autore più che come Fantozzi»

Il 30 dicembre Paolo Villaggio avrebbe compiuto novant’anni. Il Secolo XIX intervista sua figlia Elisabetta.

«Gli sarebbe piaciuto essere ricordato più come autore che da attore o maschera. Mi diceva: è chiaro che non mi dimenticheranno, ma sulla mia tomba ci sarà scritto Fantozzi. Però non gli dispiaceva, considerava il ragionier Ugo il suo terzo figlio».

Villaggio era un gentleman, un progressista o un simpatico conservatore?

«A me non ha mai imposto nulla, era di vedute aperte anche se talvolta lo accusavo di essere un vero maschilista. Riteneva di aver sempre guardato le donne nella misura dell’attrazione sessuale che gli ispiravano. Però poi aggiungeva che si trattava comunque di donne intelligenti».

Villaggio non è mai stato politically correct.

«Se andasse in tv, in radio, col suo non essere politically correct ma provocatore, ironico, al limite del cinismo, farebbe vita dura. Peraltro, di mail furenti ne riceveva puntualmente. Non si capiva mai che, in realtà, pigliava in giro se stesso prima degli altri».

Odiava feste e ricorrenze?

«Al contrario, gli piacevano. Mia madre non le ha mai amate, lui sì. Ha sempre voluto stare tra alla folla. Era anche un po’ vanitoso. Si sentiva un giullare e lo divertiva».

Invecchiare e morire lo spaventava?

«Invecchiare sì, perché sentiva di perdere delle possibilità, dal sesso al muoversi agilmente, a essere veloce come aveva fatto per tutta la vita. Si rendeva conto che rallentare significava, prima o poi, morire. Ma la morte lo intrigava, perché curioso lo è stato sino all’ultimo».

Villaggio era un uomo giusto o spietato?

«Giusto. Gli piaceva giocare a fare il duro, o peggio. E nascondeva bene i propri sentimenti. Da buon ligure, aveva pudore nel mostrare certe emozioni. E siccome era un provocatore, si divertiva molto a fare la ‘carogna’».

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