Nessuna denuncia formale per i fatti di San Siro: impossibile avviare un’indagine penale
Nessun tifoso interista si è ancora fatto avanti con la polizia per sporgere denuncia. Non è possibile aprire un fascicolo. La Digos sta esaminando i video

Db Milano 29/10/2022 - campionato di calcio serie A / Inter-Sampdoria / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: curva tifosi Inter
Nessuna denuncia formale per quanto accaduto a San Siro sabato. I tifosi dell’Inter sono stati costretti dagli ultras della Curva Nord a lasciare lo stadio con minacce, insulti e percosse dopo la notizia della morte del loro capo, Vittorio Boiocchi. Nessuno, però, si è fatto avanti con le forze dell’ordine per denunciare l’accaduto, dunque non è possibile avviare un’indagine penale.
Il Corriere dello Sport scrive:
“Al momento non sembrerebbero però esserci elementi per avviare un’indagine penale. A parte le denunce via social e a mezzo stampa, alla polizia non sarebbero infatti pervenuti “atti formali” necessari all’apertura di un fascicolo. La
Digos sta comunque esaminando i video, anche in vista dell’emissione dei Daspo”.
Il Fatto conferma e aggiunge che ieri in Questura sono stati convocati i capi della curva di San Siro.
“Nessun episodio di violenza, né ipotesi penali, anche per mancanza di denunce. Dopo i filmati visionati dalla Digos, sembra avviarsi verso un nulla di fatto lo svuotamento “forzato” della curva Nord dell’Inter sabato sera dopo che è arrivata la notizia della morte di Vittorio Boiocchi, capo del tifo organizzato nerazzurro”.
“Dopo l’interrogatorio, nelle ore successive al delitto, dell’attuale leader Andrea Beretta, ieri sono stati convocati in
Questura altri noti esponenti della curva tra cui Nino Ciccarelli, leader dei “Viking”, già arrestato nel 2019 per gli scontri prima di Inter-Napoli in cui rimase ucciso Daniele Belardinelli. Ascoltato anche l’amico che ha accompagnato Boiocchi in moto a casa: l’uomo ha spiegato di non aver visto nulla”.
La versione del Corriere della Sera è anche peggiore. Il quotidiano scrive che neppure dai filmati emergono tracce degli episodi di violenza che hanno macchiato San Siro. Insomma, le testimonianze che hanno riempito i social non hanno ancora trovato un riscontro.
“Nessuno s’è ancora fatto avanti con la polizia. Finora nessuno ha sporto denuncia o presentato esposti in procura.
Le prime analisi della Digos della questura milanese sui filmati delle molte telecamere di sicurezza che riprendevano
gli spalti del Meazza nel corso dell’uscita della tifoseria organizzata durante Inter-Sampdoria non avrebbero ripreso
alcuna violenza nei confronti dei tifosi che si sono rifiutati di abbandonare lo stadio in «omaggio» al capoultrà Vittorio Boiocchi. Dalla questura precisano di non avere trovato riscontro (finora) ad aggressioni violente, minacce né tantomeno calca e caos, con attimi concitati e tifosi che si spostano in massa verso le uscite. Tuttavia gli investigatori rilanciano l’appello a coloro che si sono trovati coinvolti negli episodi raccontati poi il giorno dopo sui social («Se non ve ne andate vi prendiamo a schiaffi»; famiglie con bambini costrette a spintoni ad abbandonare il Meazza) a presentarsi in questura. Anche in forma anonima. Per chi ha agito fuori dalle regole, anche senza rilievi penali, potrebbe scattare il Daspo. Dalle immagini però episodi simili, con il coinvolgimento di famiglie e bambini, non sarebbero stati notati”.
“I casi raccontati sui social, quindi, non hanno ancora trovato un riscontro reale anche se gli inquirenti non escludono che ci possano esserci stati episodi «muscolari» da parte di alcuni ultrà nel «sostenere» l’ordine del direttivo della Nord di lasciare gli spalti a ridosso della fine del primo tempo della partita”.
“Il caso però resta aperto, anche se in assenza di denunce è impossibile prevedere uno sviluppo giudiziario”.