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“Il Principe di Roma”, il Dickens all’italiana con Marco Giallini firmato da Edoardo Falcone

Nelle sale arriva il primo film di Natale, ambientato nella Roma del 1800, quando Leone XIII sta per tirare le cuoia ma i giochi di potere non si fermano… 

“Il Principe di Roma”, il Dickens all’italiana con Marco Giallini firmato da Edoardo Falcone

Per quelli che l’albero di Natale – o il presepio – l’hanno fatto o aspettano l’Immacolata c’è anche il primo film di Natale che è da poco nelle sale (ma ci rimarrà a lungo), Il Principe di Roma. L’ha confezionato il regista Edoardo Falcone – con l’aiuto alla sceneggiatura di Paolo Costella – ed è un Dickens alla matriciana che si regge sulla bravura degli attori e su una scenografia indovinata tra una Roma papalina ed una brava Paola Comencini.

1829 Roma: Leone XIII° sta per tirare le cuoia ma i giochi di potere non si fermano ed un panettiere-cravattaro romano Sor Bartolomeo (Marco Giallini) trama per ottenere il titolo di principe sposando con pactum sceleris Domizia Accoraboni (Liliana Bottone) figlia del vero Principe (Sergio Rubini) squattrinato e realista. Bartolomeo ha un passato che tende a celare ed anche con i suoi amici è duro e avido: non si commuove neanche per l’amico rivoluzionario Eugenio (Andrea Sartoretti) che ha un figlio malato, né per Teta (Giulia Bevilacqua), la sua governante-innamorata, né per il suo cocchiere Gioacchino (Antonio Bannò) o per i piccoli orfani dello Sperdutelli, nonostante il suo cognome indicativo Proietti. Ma per portare a termine la sua consacrazione nobiliare saranno decisivi i diecimila scudi che un suo factotum avrebbe dovuto recapitargli ma… Sor Bartolomeo lotterà con i suoi fantasmi e con l’emersione di una sua coscienza in fieri.

Giallini – tra Sordi e Proietti – è il vero mattatore di questa commedia con scudieri validi come Filippo Timi (fantasma di Giordano Bruno), Giuseppe Battiston (fantasma del Papa Borgia) e Denise Tantucci (fantasma di Beatrice Cenci).

“Ogni coscienza è coscienza di qualcosa (Husserl)”, “Ogni coscienza è qualcosa (Bergson)” … Solo per riprendere coscienza con questo strano concetto della coscienza questo film andrebbe visto.

Che “l’amore non sia solo per il popolo?”.

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