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Christillin: «Il calcio del Napoli non è neanche paragonabile a quello della Juve»

Al CorSport: «Allegri ha molte responsabilità, ha voluto lui questa squadra. Restando fermo due anni non si è aggiornato e ora fa fatica».

Christillin: «Il calcio del Napoli non è neanche paragonabile a quello della Juve»
Db Milano 23/09/2019 - The Best FIFA Football Awards / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: Evelina Christillin

Il Corriere dello Sport intervista Evelina Christillin, membro Uefa del Consiglio Fifa, grande tifosa juventina sfegatata e da sempre conoscitrice di casa Agnelli. Il tema, ovviamente, è quello della crisi bianconera.

Cosa sta succedendo alla Juve?

«Bisognerebbe avere la sfera di cristallo. È talmente un coacervo di cose che non funzionano tutte insieme che non si può capire da dove cominciare. Si tratta di una crisi collettiva, da cui nessuno sembra avere la spinta necessaria per uscirne. Che poi saper reagire nei momenti difficili sarebbe la caratteristica della Juve e della sua storia».

Società, allenatore, giocatori: chi è il più responsabile?

«È un momento no che riguarda tutti, dare la colpa solo a qualcuno è ingeneroso. Certo, Allegri ritengo abbia molte responsabilità, perché questa è la squadra che ha voluto e plasmato lui, con la società che gli è andata dietro cercando di accontentare delle richieste tutt’altro che irrilevanti. Tra i giocatori ci sono ottime individualità, alcuni possono addirittura essere considerati come dei fuoriclasse, eppure non stanno rendendo. Senza dimenticare che la società sta perdendo tanti soldi, una voce troppo importante. Serve pazienza, sperando che la sosta possa consentire di riorganizzarsi».

La Christillin ritiene non sia il momento di cambiare in panchina. Niente esonero di Allegri, almeno in questo momento.

«I conti si fanno a fine stagione. Da fuori l’impressione è di un allenatore che restando fermo due anni non si sia aggiornato quanto avrebbe voluto e dovuto, ora fa fatica. Ma cambiare adesso cosa comporterebbe? E poi con chi? Andrebbero tutti ancora più in confusione».

Ormai la Champions è andata, resta al massimo il quarto posto in campionato.

«Il primo ormai è fallito, quello degli ottavi di Champions. Come tifosa dico che è inutile illudersi, siamo fuori. Ora speriamo che nella seconda parte di stagione la Juve riesca a raggiungere il quarto posto in campionato, mi sembra l’unico obiettivo perseguibile».

Per la Christillin, ovviamente, lo scudetto è impossibile. E fa un paragone tra la Juventus e il Napoli. Il calcio che pratica la squadra di Spalletti non è nemmeno paragonabile con quello della Juve. Già ieri, in un intervento a La Stampa, la Christillin, rivolgendosi alla squadra bianconera, la pregava di fare in modo che i tifosi della Juventus potessero smetterla di invidiare quanto accade ogni domenica al Maradona.

«Magari, ma non vedo come. Siamo a dieci punti dal Napoli, non è tanto questo perché già in passato rimonte simili sono riuscite. È che proprio non si vede gioco, non c’è grinta, i giocatori non corrono, sembrano tutti spaventati e in confusione. Senza scomodare altre squadre comunque più avanti, se uno guarda il Napoli vede un calcio che purtroppo non è neanche paragonabile a quello della Juve. Ci siamo illusi dopo le vittorie con Bologna e un Maccabi senza mezza squadra, ma ad Haifa abbiamo assistito a una partita inquietante».

È d’accordo con chi ritiene Agnelli meno presente di una volta?

«Il presidente è il presidente, ma con lui c’è un fior di staff con responsabilità ben precise. Agnelli è un presidente presente, forse, prima era presentissimo pur essendo comunque dentro al calcio al tremila per cento tra presidenza Eca e comitato esecutivo Uefa. È un punto di domanda se quello che è successo dal 20 aprile 2021 con la Superlega sia stato un pensiero aggravante a livello psicologico, non lo so e non posso dirlo. Però, so per certo che le responsabilità non sono solo sue, non è un uomo solo al comando. Forse, si potrebbe dire, anche se è tutto da dimostrare, che i tanti cambiamenti effettuati a ogni livello all’interno della dirigenza hanno creato un rimescolamento eccessivo. Come anche a livello sportivo, con tutti i cambi di allenatore».

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