Garanzini: Cairo ha il braccino corto, dei 49 milioni incassati per Bremer ne ha reinvestiti solo la metà

Su La Stampa. Nessun colpo dell'ultima ora. Il Torino per fortuna ha un'anima e un allenatore abituato a fare le nozze coi fichi secchi

Cairo

Mg Milano 12/07/2022 - Presentazione Palinsesti La7 / foto Matteo Gribaudi/Image nella foto: Urbano Cairo

Il Torino ieri è stato sconfitto a Bergamo dall’Atalanta 3-1. Oggi, su La Stampa, Gigi Garanzini prende spunto dalla prestazione della squadra granata per fare il punto sul mercato del club torinese. Un mercato condizionato dal “braccino corto” del presidente Cairo.

“Serata doppiamente amara, perché sino all’ultimo sia l’allenatore che la tifoseria avevano sperato di veder rinforzata, numericamente se non qualitativamente, la rosa. La squadra nei quartieri alti aveva creato la suggestione dell’attimo fuggente, da cogliere dopo anni di politica della lésina. Macché, nemmeno l’aria sottile dell’alta classifica ha avuto il potere di guarire il tradizionale braccino del presidente. Non è mai elegante fare i conti in tasca altrui: ma dei 41 milioni più 8 incassati dalla Juventus per Bremer, ne sono stati reinvestiti grosso modo la metà. O forse poco più”.

Sono partiti sei giocatori: Bremer, Mandragora, Pobega, Praet, Brekalo e Belotti. Gli arrivi di qualità sono stati non più di 4: Schuurs, Radonjic, Miranchuk e Vlasic.

“Di buono rimane che la squadra ha comunque un ’anima. E un allenatore che ha capito da tempo di dover fare le nozze coi fichi secchi”.

 

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