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Cavoli amari per Spalletti: sarà costretto ad ammettere che un Napoli così ha il dovere di puntare in alto

Il Gasp è antipatico, ma il calcio lo mastica. Mou suda sette camicie per mettere sotto Alvini. Acciughina è pagato per mettere in campo una squadra imbarazzante

Cavoli amari per Spalletti: sarà costretto ad ammettere che un Napoli così ha il dovere di puntare in alto
Ci Napoli 21/08/2022 - campionato di calcio serie A / Napoli-Monza / foto Carmelo Imbesi/Image Sport nella foto: esultanza gol Min Jae Kim ONLY ITALY

FALLI DA DIETRO – COMMENTI ALLA 2° GIORNATA DEL CAMPIONATO 2022-23

Non entra più neanche uno spillo a San Siro per la festa dell’esordio casalingo Suninter.
E’ festa invero dal sapore un po’ onanistico perché lo Spezia manco scende in campo. Invisibile.
Dovremo abituarci a partite così. Perché i valori delle squadre in competizione mai come quest’anno appaiono divisi in due categorie ben riconoscibili.
Inutile lanciare il dibattito sull’inutilità delle venti squadre e l’opportunità di ridurre i calendari con partite più interessanti.
In Lega hanno altro da fare. Non disturbate mentre loro contano i soldi dei diritti tv.
Difficile commentare una partita così. E sorprende che Inzaghi trovi tante parole di elogio. Ognuno fa il suo mestiere, d’altronde.
Il popolo nerazzurro saluta felice il ritorno della LuLa come auspicio di una stagione di successo.
Ottima occasione per salutare un altro Lula.
Quel Luiz Inácio Lula da Silva, al quale la Corte Suprema del Brasile ha annullato tutte le condanne per corruzione.
Ora finalmente potrà ricandidarsi alle presidenziali contro l’attuale presidente, Jair Bolsonaro, peraltro già in forte declino.
Soprattutto in virtù della sciagurata gestione della pandemia (oltre 260mila morti, secondo paese più colpito al mondo) e per via del vertiginoso aumento degli incendi che disboscavano l’Amazzonia.
Come non tifare per lui?

La sterzata al mercato del Giuntoli geniale infiamma la tifoseria che ritrova l’entusiasmo smarrito. Tutti al Maradona per salutare il Napoli del Rinascimento.
L’impennata d’umore è così inattesa da spaventare letteralmente Fra Cipolla.
Il quale, mentre sciorina in panchina i nuovi gioielli di famiglia, si affretta a gettare acqua sul fuoco.
Ci si ritrova anche qui a gareggiare contro una squadretta di una pochezza che accora.
Stessa filastrocca di cui sopra.

Il calcio italiano non esprime venti squadre che consentano un campionato decente. Silenzio dalle torri eburnee federali e di Lega.
La classe arbitrale chiarisce subito il metro che adotterà con gli azzurri nel corso della stagione.
Rigore gigantesco ignorato dal Var. Entrata a martello da rosso su Charlie Brown. Sensi libero di falleggiare allegramente, manco ammonito.
In partite più serie ne vedremo delle belle.
Qui no, qui il gol è una formalità.
Prima o poi arriva, come l’amore.

La Stella Georgiana decide di presentarsi allo stadio che fu di Diego con un assolo prediletto dal suo recente predecessore. Tiro a giro dalla stessa zolla. Delirio della folla.
Pelo nero, criniera d’oro, Furia d’Africa cerca il gol con famelica ostinazione, e finalmente lo trova sul finire del tempo.
Al rientro in campo lo Stroppa disperato cerca di imbastire qualcosa con quel poco che ha. Gli azzurri controllano in allegra scioltezza.
Ancora in evidenza il Georgiano. Imbeccata di Charlie Brown, sterzata, e gol di sinistro. Meraviglia.
Roba seria, sto ragazzo. Un calcio anni sessanta. Qualità, fisico, velocità. Un po’ Best un po’ Sala.
Un gol di testa. Uno di destro, uno di sinistro. Capocannoniere.
Il Maradona è già tutto suo.
Sarà interessante vederlo contro avversari più strutturati.
Intanto Fra Cipolla gli insegnerà ad alzare la testa e a ingobbire di meno.

Tempo scaduto, riflettori anche su Kim che inzucca su angolo per il primo gol italiano e il poker d’assi.
Cavoli amari per il Sofista di Certaldo. Ora sarà costretto ad ammettere che una squadra così ha il dovere di puntare in alto.

Finalmente una partita vera a Bergamo.
“Non abbiamo che farcene di Malinoskyi. Alla Dea serve uno che segni più di sei gol a stagione”.
Il Gasp sprezzante e sempre sgradevole saluta così in conferenza l’ucraino. Poi – in tutta coerenza – lo manda in campo.
E lui risponde giocando la partita della vita. Alla mezz’ora chiama palla e la scaraventa alle spalle dell’incolpevole Maignan.
Il Gasp è antipatico, ma il calcio lo mastica.
Mette in difficoltà John Malkovic con una trovata raffinata.
Due mezze punte finti centrocampisti, in mezzo al campo. Tocca a Tonali e Bennacer la marcatura. Che così facendo liberano i veri centrocampisti bergamaschi.
I Diavoli ci mettono un po’ per raccapezzarsi. Poi nella ripresa ci provano con più insistenza. E trovano il pareggio proprio col centrocampista algerino.
Poi domina la paura di perdere.
La palla per vincerla l’ha tolta Djmsiti a Origi. La palla per perderla l’ha tolta Theo a Pasalic. Pareggio giusto.

Mi piace molto Massimiliano Alvini.
Tecnico che viene dalla gavetta, ma con umiltà di studio.
Ora si presenta al calcio che conta con un ricco bagaglio di idee nuove e ambiziose.
Difficile impresa la salvezza della sua Cremonese, ma con lui ci sarà da divertirsi.
Mou intanto suda sette camicie per metterlo sotto.
Sbloccherà Chris Smalling, su angolo. Fattore che già lo scorso anno si rivelò specialità della casa.

A Marassi una partita più noiosa di una replica di Don Matteo.
Imbarazzante Acciughina. Nove milioni all’anno per mettere in campo una squadra imbarazzante. A ritardo di preparazione e in totale autogestione.
Nessuna idea. Niente di predisposto. Solo attesa che l’avversario sbagli per sfruttare l’occasione.
Il che potrebbe anche funzionare se solo ci fosse qualcuno in grado di accorgersi del serbo che annaspa e si sbraccia come un naufrago alla deriva.
Autentiche voragini a centrocampo. Dove nessuno ha personalità e qualità per chiedere palla e gestirla.
Qualcuno deve farlo notare al tecnico livornese ormai in bambola.
Così verso la fine manda in campo il giovane Miretti al posto di Mc Kennie. Inguardabile anche per via di quel panzone troppo irruento che erompe dell’attillata casacca a strisce.
Germogli di giampaolismo fra i ciclisti. Dopo le tempeste granata e lo psicodramma a Milanello il nostromo pescarese pare abbia trovato un approdo in mari più sereni.

Yeman Crippa italiano d’Etiopia, vince l’oro nei 10.000 agli Europei.
Ma la Rai oscura la volata finale.
Non si può fermare il Tg solo perché vince un italiano nero.

Prove tecniche per uno scenario d’autunno.
Florenzo Varela è una cittadina a sud di Buenos Aires.
Allo stadio Norberto Tomaghello, il fischio finale decreta la vittoria del Boca Juniors per 1-0 sulla Defensa y Justicia, la squadra locale.
Disperazione incontenibile del portiere Unsaín, che in ginocchio sbatte i pugni a terra per un pianto impossibile da medicare.
Un bambino invade il campo e corre a consolare il suo idolo in un interminabile abbraccio pieno d’amore.
Che il calcio sia così.

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