Sembra vagare ma è sempre al posto giusto, sguscia, anticipa, pressa. Avevamo bisogno del suo sorriso e del suo pacato equilibrio
Giacomo Raspadori si presenta, determinato, maturo, vivace, attento. Non gli sfugge nulla. Gli occhi di chi, a ventidue anni, è già campione d’Europa e sa che non ha dimostrato ancora niente. Imprevedibile, sgusciante, anarchico sottile, vede la porta e assaggia il campo con l’eleganza di uno scoiattolo e l’incoscienza di un ragazzino che scappa in bicicletta all’aria aperta. A Napoli uno così può solo esplodere, canalizzando pressione ed energie in un abbraccio di attesa e pazienza.
Esordio in Serie A e goal contro la Lazio, a luglio, e la stagione ripresa per i capelli dopo il dramma pandemico,
da allora occhi avanti, testa alta. Nella confortevole Sassuolo, dal Mapei al Maradona dopo un’estenuante trattativa. Il golden boy italiano coccolato dal ct Mancini ha scelto il Napoli, non pare vero a chi già lo destinava a mamma Juventus.
Cresciuto a pane e Aguero, maturità scientifica, nato a Bentivoglio in provincia di di Bologna ora si affaccia da Posillipo e tocca con mano una metropoli che gli consegna la sua prima esperienza fuori dal suo mondo. Hanno già provato a mettergli etichette, sostituto di Mertens, simile a Paolo Rossi, trequartista, punta centrale, punta esterna. Niente di tutto questo o anche tutto questo ma Giacomo è il classico calciatore moderno, letture, spazi, istinto.
Sembra vagare ma è sempre al posto giusto, sguscia, anticipa, pressa. Segna. Sa di essere arrivato in un top club, sa di essere arrivato ad un bivio, all’orizzonte potrebbe esserci la consacrazione. Non nega la sua ambizione, è qui per crescere, ancora crescere e dimostrare. Sa di avere in rosa compagni forti ma sorride e fa capire che è pronto e attenderà il suo momento. Un jolly, una carta preziosa ma soprattutto qualità, tecnica, utilità. Quel sorriso, quegli occhi felici, quella smania di vestire l’azzurro, quel pacato equilibrio è tutto quel di cui avevamo bisogno.
Benvenuto Giacomo, il pianista dei prati.