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Toni Nadal: «Il tennis disordinato di Kyrgios è un handicap, è per questo che è 40 al mondo»

Sul Paìs: “Il tennis è uno sport di ripetizione, non di spettacolarità. Ogni punto, per quanto colorato o creativo, vale lo stesso”

Toni Nadal: «Il tennis disordinato di Kyrgios è un handicap, è per questo che è 40 al mondo»
Londra (Inghilterra) 10/07/2022 - finale Wimbledon maschile / foto Imago/Image Sport nella foto: Nick Kyrgios ONLY ITALY

Dice Toni Nadal, e lo diceva come quasi tutti già prima della finale di Wimbledon, che Kyrgios con quel suo gioco un po’ così – “creativo”, “disordinato” – non ha speranze di battere Djojkovic. Uno “serio”, “disposto a fare quel che Kyrgios non vuole fare”. La lezione di tennis dello “zio Toni” sul Paìs è concettuale. E va oltre la cortina di fumo caratteriale dell’australiano, quel refrain “non vince perché è pazzo”. Il punto, per Nadal, è tecnico:

“La mancanza di costanza dell’australiano, soprattutto in termini di mantenimento dell’aggressività, ha messo in luce il problema principale che, secondo me, mostra il suo gioco. Ha la cattiva abitudine di colpire troppe palle in qualsiasi modo, praticamente senza prestare attenzione e in una brutta posizione. Nel tennis di oggi, a causa della velocità con cui va la pallina, non c’è altra scelta che trovare una buona posizione, avere un buon controllo. I grandi giocatori (Federer, Djokovic, Rafael) misurano bene i loro passi, cercano una buona posizione e, da lì, provano a tirare bene e ad aumentare le possibilità di vittoria. Kyrgios, con il suo modo disordinato di intendere il gioco, è handicappato non tanto da quello che fa con la palla, ma dal modo in cui vuole farlo. È molto difficile per lui raggiungere la continuità che richiede fare punti. Il tennis è uno sport di ripetizione, più che di spettacolarità”.

Lo vediamo, in troppe occasioni, colpire di rovescio senza regolare adeguatamente i passi e il dritto in cui non fa il minimo sforzo per piegare le ginocchia e prendere forza con le gambe. Porta poca inerzia”.

Ovviamente, al dunque Djokovic alza il livello e non sbaglia più nulla. Invece Kyrgios aumenta la percentuale di errore.  

“Questo modo non ortodosso di giocare, che in qualche altro sport potrebbe non solo essere fattibile ma anche dare risultati positivi, nel tennis (dove ogni punto, per quanto colorato o creativo, vale lo stesso) serve a poco”.

Kyrgios “è capace di fare cose che pochi riescono a fare, ma è anche evidente che la sua classifica, attualmente 40 al mondo, risponde al gioco che ha”.

Djokovic? “Tutto ciò che il suo avversario non era disposto a fare, è proprio quello che fa normalmente. È un giocatore serio, che mostra sempre la migliore predisposizione per affrontare i momenti più sfavorevoli”.

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