McEnroe: «Ai miei tempi a fine partita ci facevamo una birra, oggi i tennisti corrono a mettersi in ghiaccio»

Al Telegraph: "Avevo il cervello chiuso di un atleta, poi Gerulaitis mi portò per gallerie d'arte e mi insegnò a suonare la chitarra. Mi si aprì un mondo"

McEnroe

Quando nel 1981 John McEnroe batté Bjorn Borg a Wimbledon e la sera bucò il tradizionale party di gala, l’oltraggio istituzionale prese il sopravvento. “Chrissie Hynde e la sua band stavano venendo a casa mia, la Draycott House a Chelsea. Una cosa discreta, proprio come volevo io, senza paparazzi. Mi sono chiesto: ‘Perché diavolo dovrei voler andare a una cena soffocante e uscire con un gruppo di persone che ha tre volte la mia età?’. Ho chiesto a mio padre se dovevo fare almeno una comparsata. Ha detto: “Non lo so”. E così ho pensato: ‘Ma chi se ne frega, uscirò con i miei amici’. La mattina dopo, sono andato alla mia macchina, pensando che tutto andasse bene. All’improvviso, 15 telecamere mi sono spuntate in faccia”. McEnroe adesso ha 63 anni e ricorda così al Telegraph la vita gaudente del tennis s’allora.

“È stato un periodo infernale. Le persone hanno capito solo di recente che gli oppiacei sono uno horror assoluto. All’epoca non sapevi di questi farmaci: il loro uso era molto più frequente. Quando uscivo dal campo, la gente mi porgeva una birra. Ora, i giocatori saltano direttamente in un bagno di ghiaccio”.

McEnroe guarda i 21 Slam di Djokovic a 36 anni, i 59 major su 69 vinti dal serbo, da Federer e Nadal. E non ci può pensare:

“Ai miei tempi non potevi immaginarlo nemmeno nei tuoi sogni più sfrenati. Eravamo felici di giocare ancora a 30 anni. Io ho resistito fino a due settimane dal mio 34esimo compleanno e pensavo di aver esagerato. Ma questi ragazzi stanno ancora giocando bene come non hanno mai giocato. Questa è la parte che non capisco”.

Erano tempi selvaggi, gli anni 80. Nel 1981 un giornalista britannico osò chiedere a McEnroe della sua allora fidanzata, Stacy Margolin. Finì a cazzotti in sala stampa tra giornalisti, con Nigel Clarke del Daily Express in piedi su un sedia che tirava pugni verso il basso. “Fu divertente arrivare a quel livello: mi sono fatto una bella risata”.

McEnroe si è imposto ormai come figura culturale, ex giocatore, commentatore e amico degli dei del rock:

“Una volta ero piuttosto chiuso. Il mio cervello è sempre stato quello di un atleta sportivo. Ma quando il mio defunto, grande amico, Vitas Gerulaitis, ha iniziato a portarmi nelle gallerie d’arte e a mostrarmi come suonare la chitarra, mi si è aperto un mondo completamente nuovo”.

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