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Dybala sarebbe stata l’ennesima reazione da ego ferito, come lo fu Ancelotti dopo Sarri

POSTA NAPOLISTA – Mi auguro che De Laurentiis chiarisca la direzione del club, per rispetto a quei tifosi che non insultano e a Dimaro hanno incoraggiato Mario Rui a ogni tocco di palla

Dybala sarebbe stata l’ennesima reazione da ego ferito, come lo fu Ancelotti dopo Sarri
De Laurentiis a Castel Volturno nell'aprile del 2022 dopo la sconfitta per 3-2 a Empoli

Gentile Direttore mi iscrivo in quella minoranza, neppure tanto esigua, di tifosi che hanno accolto con sollievo il finale della telenovela Dybala. Pur non disconoscendo le qualità tecniche del ragazzo che, confesso, ai tempi del Palermo mi intrigavano assai, tuttavia mi è sempre parso di difficile inserimento nell’attuale disegno tattico del Napoli, comunque poco dotato sul piano fisico e caratteriale e discretamente prono agli infortuni, per tacere di comportamenti in campo che ho sempre cordialmente detestato e deprecato.

Aggiungo, ex-post, che credo di non essere stato il solo a pensarla così anche ai piani alti del mondo calcistico, visto che il ragazzo si accasa a Roma con un contratto atipico, un triennale con clausola bassa a sottolineare quanto creda nel “progetto” dei Friedkin, una squadra di seconda fascia in Italia, di terza in Europa, dopo essere stato evidentemente scaricato da Juve e Inter e mai realmente cercato in Premier o in Liga.

Rimane da capire il perché di questa trattativa al di fuori del normale perimetro di operatività della SSC Napoli. La mia modesta opinione, tratta dai comportamenti pubblici di Aurelio De Laurentis, che non ho la fortuna di conoscere personalmente, è che il nostro Presidente sia una persona impulsiva, che abbia reagito d’istinto alla perdita di Kalidou Koulibaly che pensava fino all’ultimo di poter trattenere.

È lo stesso meccanismo che lo portò a scegliere Ancelotti al posto di Sarri, una risposta all’umiliazione subita. Purtroppo in quel caso si pentì della sua intuizione e non avendo la freddezza di reggere la pressione cui quella decisione aveva portato il Napoli, dal punto di vista finanziario e mediatico e anche di potere, appena ha potuto ha smantellato tutto il lavoro di ricostruzione incominciato dall’allenatore, lavoro che solo gli sciocchi potevano pensare poter essere lineare.

Insomma il buon Dybala sarebbe stato il contentino per il suo ego ferito più ancora che per la piazza in costante ebollizione e che comunque avrebbe trovato subito dopo un nuovo motivo di scontento tra abbonamenti, maglie (a proposito per ora ci siamo risparmiati la solita sequenza di piagnistei su tempi, toppe rosse, materiale e distribuzione, almeno quello!) e sostituto di Koulibaly. Questo perché il demone del populismo è insaziabile e non può essere certo domato dandogli in pasto ciò che chiede ma anzi alimenterà solo i suoi appetiti. Come flebile speranza in questo bailamme social mi auguro solo che il Presidente alla fine parli, chiarendo la direzione che vuol dare al club. Questo per rispetto alla maggioranza del tifo che non si è piegata alla canea dei social e che ieri fieramente rispondeva da par suo a Carciato alla ennesima volgarità e inutile disprezzo per la nostra squadra mostrato dai tifosi del Candela incoraggiando e inneggiando a Mario Rui a ogni tocco di palla.

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