Lotito che tesse l’elogio dei romanisti per mortificare i laziali, è avanguardia culturale (poi la smentita)
Siamo alla merda d'artista. Ben oltre la frattura De Laurentiis-Napoli. Qualche laziale doc su Twitter gli risponde, altri tacciono. Ma i dati del pubblico di quest'anno danno ragione a Lotito

La pagina dello Sport di oggi del Messaggero
C’è stato un terremoto a Roma negli ultimi giorni. Alla festa dell’Udc a Viterbo il presidente della Lazio Claudio Lotito si è reso protagonista di una performance, di un atto di guerriglia culturale, siamo al livello degli indiani metropolitani. Ha ufficialmente dichiarato guerra ai propri tifosi. Ma non si è limitato al tradizionale canovaccio, l’attacco alla tifoseria organizzata. No. È andato molto oltre. Ha decisamente sconfinato. Ha mortificato la tifoseria laziale tessendo l’elogio dei romanisti. Siamo ben oltre De Laurentiis. La situazione è simile ma poiché a Napoli c’è una sola squadra, da noi le osservazioni sono ferme al pantano della napoletanità. (Peccato che poi abbia smentito).
In soldoni Lotito ha detto che i laziali si lamentano sempre e che più ottengono, più si lamentano. Al contrario dei romanisti che invece, in nome del principio “la Roma non si discute, si ama”, vanno allo stadio sempre e comunque, anche se cominciano la stagione per vincere lo scudetto e poi si ritrovano a lottare per il sesto posto.
Non era praticamente mai accaduto nel calcio, almeno noi non lo ricordiamo. Siamo alla “merda d’artista” di Manzoni. Le sue parole sono state sale sulle ferite dei laziali. Anche quelli considerati lotitiani, stavolta non l’hanno perdonato. Non avrebbero potuto farlo.
Quando porti i fatti, la gente non torna sui propri passi ma vuole sempre di più. Guardate noi abbiamo vinto la Supercoppa contro l’Inter di Mourinho che aveva vinto il triplete, l’abbiamo vinta contro la Juventus e la domenica dopo allo stadio non c’era nessuno. Per farvi capire che il tifoso laziale è particolare. Il romanista è diverso perché dice la Roma non si discute, si ama, anche se va mele va bene, loro sono contenti, all’inizio vincono il campionato e poi magari si ritrovano che lottano per altre posizioni, però si accontentano.
Noi come laziali, purtroppo forse i ho abituati a vivere troppo bene, i tifosi laziali hanno sempre sofferto, hanno fatto le collette sono stati depauperati, due aumenti di capitale per 20 milioni, c’è gente che si è rovinata, ha perso le liquidazioni, però erano coinvolti emotivamente. È chiaro che nel momento in cui tu togli tutto un sistema di consociativismo chiamiamolo così edulcorando altri aspetti. Io dico sempre: pensavano di avere la vacca per le zinne e hanno preso il toro per la palle. È chiaro che quelle persone che prima mungevano la vacca si trovano , poi si sono trovati un presidente che dice aspetta questo non si può fare ma non per me, per la società stessa.
Le parole di Lotito danno l’idea dello straordinario lavoro di comunicazione di Mourinho che è riuscito a trasformare la Conference League nella vittoria della Champions. Anche a Napoli i tifosi hanno mostrato profondo scetticismo, fino alla derisione, per l’enorme entusiasmo dai tifosi giallorossi, non si capacitano dei festeggiamenti per un trofeo che loro considerano coppetta. A Napoli hanno contestato il terzo posto, figuriamoci se possono comprendere l’entusiasmo per la Conference.
Tornando al pianeta Lazio c’è chi, su Twitter, come il comunicatore politico Franco Spicciariello, laziale doc, ha realizzato il fact-checking delle parole di Lotito. Sbugiardandolo. Altri laziali doc, come ad esempio i giornalista Riccardo Cucchi e Angelo Mellone, hanno optato per il silenzio. Cucchi ieri ha twittato: “Sento un urgente bisogno di moderazione. Parole di moderazione e pensieri di moderazione. Mancano”. Ma è impossibile collegarlo alle parole del presidente. Alle domande dei tifosi sul tema, risponde “Forza Lazio!”.
Il Messaggero stamattina ha titolato in maniera perfetta. “Lotito ai laziali: imparate dai romanisti”. Con due interviste di cui una alla laziale Anna Falchi che tesse l’elogio del presidente:
«Ci ha salvati, sarò sempre dalla sua parte. Io sono sempre dalla parte di Lotito perché un altro imprenditore non si sarebbe imbarcato in una società che era pressoché al fallimento. Invece di affossarla ancor di più come avrebbero fatto altri. Lui ci ha sempre tenuto me lo ricordo bene fin dagli albori, dai primi anni della sua presidenza. Per questo motivo gli va fatto un plauso perché nel bene e nel male ha portato sempre risultati. Non riconoscerlo mi sembra veramente ingrato, non voler vedere come sono andate le cose».
Ma sono così particolari i tifosi della Lazio?
«Sì. Una parte di loro ha sempre un tono di polemica e questo mi dispiace perché un comportamento del genere dà l’idea che si ama la squadra solo a tratti. Lo dico da grande sostenitrice della Lazio».
Lotito ha rincarato la dose dicendo che metterà gli stessi prezzi degli abbonamenti della Roma e vorrà vedere se ci sarà lo stesso numero di sottoscrizioni. I laziali sostengono che adesso, dopo le sue esternazioni, ci sarà un comprensibile calo.
Intanto i dati dell’affluenza del pubblico quest’anno danno ragione a Lotito (l’anno scorso, invece, furono più i laziali allo stadio). Nel passaggio da Inzaghi a Sarri, la Lazio ha perso il 50% del pubblico. Ma guai a dirlo, i laziali vanno pazzi per Sarri. Lo considerano l’ultimo argine prima del disastro. Pensa te come stanno messi, direbbero a Roma.