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Lorenzo Casini: «Mi preoccupa il ricorso della Figc sull’indice di liquidità, è un precedente grave»

Il presidente della Lega alla Gazzetta: «La litigiosità dei presidenti è più raccontata che reale. Fondi e proprietà straniere possono far crescere la Serie A»

Lorenzo Casini: «Mi preoccupa il ricorso della Figc sull’indice di liquidità, è un precedente grave»
Db Reggio Emilia 31/05/2022 - finale campionato di calcio Primavera Tim / Roma-Inter / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: Lorenzo Casini

La Gazzetta dello Sport intervista il presidente della Lega Serie A, Lorenzo Casini. Sono passati 100 giorni dalla sua elezione, fa un primo bilancio e descrive così la Lega:

«La Lega di A riflette tutte le virtù e i vizi del Paese. E questo la rende interessante».

Sulla famosa litigiosità tra presidenti:

«È più raccontata che reale. Certo, ci sono argomenti che portano conflitti, ma in questi mesi ho visto che quando si discutono questioni di interesse comune è possibile trovare sintesi, compattezza e unità».

Casini torna sulla battaglia con la Figc per l’indice di liquidità.

«La A non ha avuto l’ascolto che meritava, la Lega lo ha rappresentato più volte e alla fine siamo stati costretti a difenderci con un ricorso che è stato parzialmente accolto dal massimo organo di giustizia sportiva, il Collegio di garanzia del Coni a Sezioni unite. La questione poteva finire così, ma la Figc invece di convocare subito un consiglio federale, non ha accettato la pronuncia della giustizia sportiva e della sua Cassazione, il che mi preoccupa molto perché è un grave precedente per l’intero sistema. Ha inspiegabilmente fatto ricorso al Tar contro un dispositivo, senza neanche attendere la decisione e le motivazioni del Collegio; e ha perfino chiesto la sospensione del dispositivo in via cautelare, quando non esiste alcun pericolo per il campionato di A e per le squadre».

Sul suo rapporto con il presidente Gravina:

«A livello personale con Gravina molto buono. Nei rapporti tra le istituzioni, il caso dell’indice di liquidità e altre vicende hanno però mostrato alcune inefficienze del sistema di governo federale, per come è disegnato oggi».

La struttura della Lega

«Occorre creare una media company e migliorare la struttura. La Lega ha poche decine di dipendenti, la Liga spagnola dieci volte tanto. La Lega, con poco sforzo, potrebbe diventare un vero sostegno per i club nel rapporto con le istituzioni e un supporto tecnico su temi come le infrastrutture e la commercializzazione».

Come ridurre i costi?

«Si può partire dalle commissioni a mediatori e procuratori, un caso non solo italiano e su cui la Fifa interverrà in autunno con un nuovo regolamento. Poi serve rivedere la normativa fiscale: un tema è la mancata deducibilità dell’Irap, perché i contratti dei calciatori sono per forza a tempo determinato».

Sull’ipotesi Fondi:

«Prima vanno definiti progetto e modello di business che la Lega vuol perseguire, poi ci può rivolgere ai Fondi, se lo si ritiene utile. Nessuna preclusione, ma un Fondo non è di per sé una soluzione, è uno strumento».

Sull’investimento delle proprietà straniere sulla Serie A:

«Vedo bene sia l’investimento da parte di proprietà straniere, sia di fondi. Significa credere nelle capacità di crescita della Serie A. Diverse esperienze e nazionalità possono arricchire la Lega».

 

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