ilNapolista

Questo Napoli meriterebbe ben altri tifosi. Invece di sostenere la squadra, la contestano

Il Napoli vince 6-1 e i professionisti dell’invettiva e della frustrazione si dichiarano ancora più incazzati. Questo Napoli andrebbe difeso

Questo Napoli meriterebbe ben altri tifosi. Invece di sostenere la squadra, la contestano
Db Verona 19/02/2017 - campionato di calcio serie A / Chievo Verona-Napoli / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: striscione tifosi Napoli

Vandea. Sanfedisti. Lumpenproletariat. Guardo ai “tifosi” napoletani e penso tutto il male possibile. Massa di manovra dell’incultura e dell’assenza di rispetto degli altri, delle leggi, della convivenza civile.

Non hanno e non meritano il diritto di avere voce in capitolo. Dovrebbero vergognarsi, ma non possono farlo. È un po’ come il Comma 22. Ricordate? “chi è pazzo può essere esentato dalle missioni di volo, ma chi chiede di essere esentato dalle missioni di volo non è pazzo”.

La categoria del tifoso è incompatibile con la Vandea napoletana. Ma in quale secolo possiamo includere la scena di ieri mattina all’esterno dell’albergo del Napoli? invece di sostenere la squadra la contestano. E quando la partita si chiude con il 6 a 1 contro il Sassuolo, ecco che i professionisti dell’invettiva e della frustrazione si dichiarano ancora più incazzati con la squadra, De Laurentis e magari san Gennaro.

Confesso sono diventato tifoso in tarda età. E devo ringraziare il mio Pietruzzo che verso i dieci anni mi chiese se poteva cambiare nome e chiamarsi “Francesco Totti”.

Napoletano della diaspora, da una vita romano, scattò in me l’orgoglio dell’appartenenza e delle radici. Presi Pietro e iniziammo l’avventura di tifosi del Napoli. Trasferte (Sia in casa che fuori casa)l all’estero, ritiri a Dimaro insieme al Napoli Club Bologna di Maurizio Criscitelli. Devo ringraziare il nostro club per aver vissuto esperienze uniche.

Da neofita, per me abbracciare la fede dell’essere tifoso vuole dire sostanzialmente una sola cosa: sostenere il Napoli, a prescindere. Non sono un esperto, un tecnico in grado di sostenere una discussione ‘tecnica’ sulla prestazione della squadra se non nel semplificare al massimo il giudizio (giocato bene, giocato male).

Ieri, per capirci, ero felice della vittoria, della prestazione, dei giocatori, dei gol. E invece la Vandea napoletana si è confermata come la città che sta sempre all’opposizione, che non si pone mai in maniera costruttiva nei confronti della squadra e della società.

Ricordate il (vostro) Subcomandante Maurizio Sarri? Nelle ultime ore napoletane, al termine dell’ultima del San Paolo, andò a inchinarsi davanti alle curve, lui che amava ripetere che era solo il tecnico, che non aveva voce in capitolo rispetto alle decisioni del Presidente.

E dire che noi saremmo avvantaggiati sulle altre. L’unica città del Mezzogiorno che ha una squadra per cui tifare. Lasciamo stare Roma, Torino, Genova, Milano che hanno due squadre per cui tifare. Ma pensate alla Sicilia, Calabria e Puglia che tifano per le milanesi o la Juve. Che tristezza.

Ma un altro rospo che non mi va giù è stato lo sciopero delle curve in tempi di pandemia. Ma non perché non capisca l’ideologia della curva, quanto perché rivendicarla nel tempo del Covid 19 era una sfida al rispetto dei regolamenti e delle leggi.

Dal pulpito di una Napoli immorale dobbiamo sopportare i cori di ingiurie nei confronti del Presidente De Laurentiis. Il Napoli società è una delle poche istituzioni sane della città. Dovremmo difenderla ed esserne gelosi. Ma questo Napoli oggi non merita questa Napoli.

ilnapolista © riproduzione riservata