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Casini: «La soglia di un milione ha effetti antidemocratici, favorisce le squadre più ricche»

Sul Corsera. Un emendamento al Decreto Crescita limita l’applicabilità del bonus fiscale per gli sportivi che entrano nel Paese a quelli con un reddito annuo di almeno un milione di euro

Casini: «La soglia di un milione ha effetti antidemocratici, favorisce le squadre più ricche»
Db Milano 07/12/2017 - assemblea ordinaria Lega Calcio Serie A / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: lega serie A

È stato approvato un emendamento al Decreto Crescita, a firma Tommaso Nannicini, che prevede l’applicabilità del bonus fiscale agli sportivi che entrano nel Paese soltanto a condizione che abbiano compiuto 20 anni e abbiano un reddito annuo di almeno un milione di euro. I club – scrive l’edizione odierna del Corriere della Sera – non hanno trattenuto fastidio e stupore per questa decisione. In particolare vengono riportate alcune dichiarazioni del presidente della Lega Serie A, Casini.

«La soglia di un milione produce un effetto antidemocratico, fornendo un vantaggio competitivo a chi ha più risorse. Abbiamo lavorato con serietà e fornito tutti i dati su contratti depositati, compensi e uso del bonus fiscale. A fronte di questi dati, la soglia di un milione era apparsa a tutti irragionevolmente alta, perché a vantaggio solo delle squadre con maggiori risorse. I dati evidenziano, su un totale di 548 tesserati (senza contare i Primavera) che la media compensi è di circa 750 mila euro lordi annui e ben 14 squadre hanno una media compensi inferiore a 750 mila. La soglia di un milione favorirà solo alcune squadre, è un danno per la competitività del campionato»

Secondo Casini, de facto, si limita l’applicazione del bonus ai fuoriclasse. La Lega di A, d’accordo con il sottosegretario Valentina Vezzali, spingeva per l’abbassamento della soglia di applicazione alla cifra di 500 mila euro.

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