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Napoli-Roma, Spalletti: «Anche nel secondo tempo con la Fiorentina c’erano Mertens e Osimhen»

«Quando la partita era sull’1-1 c’erano Mertens e Osimhen. Quando la squadra si è allungata, c’erano Mertens e Osimhen. Non sempre quella che si pensa sia la soluzione, è quella giusta»

Napoli-Roma, Spalletti: «Anche nel secondo tempo con la Fiorentina c’erano Mertens e Osimhen»
Napoli 10/04/2022 - campionato di calcio serie A / Napoli-Fiorentina / foto Image Sport nella foto: Luciano Spalletti

L’allenatore del Napoli Luciano Spalletti interviene in conferenza stampa per presentare la partita di lunedì 18 aprile contro la Roma di Mourinho. Si gioca alle 19 allo stadio Maradona, a Fuorigrotta. Le sue dichiarazioni.

«Se le vittorie delle milanesi cambiano qualcosa? Noi non possiamo giocare le partite che hanno giocato ieri sera le nostre avversarie. Anzi, pensare di poterlo fare diventa pericoloso perché comporterebbe un dispendio di energie maggiore. Noi potevamo provare a non perdere la partita precedente però poi quella lì è andata. Naturalmente, per i numeri, riduce le nostre possibilità. Ma per quanto riguarda le nostre intenzioni non cambia niente perché noi dobbiamo andare a provare a vincere la partita qualunque sia il nostro avversario. Vincere con la Fiorentina cambiava qualcosa ma non ci siamo riusciti, loro sono stati bravi. Metteremo energie nella prossima».

«La partita contro la Roma è un’insidia per noi. E noi siamo un’insidia per loro. Vincerà la squadra che si sentirà più minacciata. Nel senso la squadra che avrà la percezione del pericolo in cui ci si trova giocando contro squadre così. Vincerà la squadra più esecutiva sui comportamenti da avere dentro la partita. Non si vince con i “forza, dai coraggio”, si vince con la consapevolezza di quello che dobbiamo fare contro un avversario forte come quello che avremo di fronte».

«Mertens e Osimhen insieme dal primo minuto? Sì, è possibile. È possibile perché l’abbiamo già fatti giocare insieme. Anche con la Fiorentina nel secondo tempo. Quando la partita era in pari c’erano Mertens e Osimhen. Quando la squadra si è allungata, c’erano Mertens e Osimhen. In dei momenti non siamo stati dentro la partita e c’erano Mertens e Osimhen. I tifosi vogliono che giochino insieme? I tifosi sono anche quelli dell’Università, gli ho fatto fare cinque formazioni e l’hanno scritta tutti e cinque diversamente. Poi è arrivata una ragazza che ha detto che avrebbe cambiato anche il modulo, non solo la formazione. Non sempre la soluzione che si pensa giusta è quella giusta».

«Fabian l’ho visto molto meglio, è sulla via di rimettere su tutte le sue qualità e di essere al top. Ha meno fastidi, ha sofferto con la pubalgia. È uno dei calciatori che può scendere in campo dall’inizio».

«Di Lorenzo non ci sarà con la Roma, torna alla prossima quasi sicuramente. Petagna stamattina ha fatto allenamento differenziato, ci ha messo roba in questi muscoli belli capienti che ha e ha reagito bene, per cui si valuterà bene domani, le indicazioni sono positive. Zielinski sta bene, ha fatto un buon allenamento. Durante la settimana ci siamo allenati a livelli importanti».

«La fase di possesso è la nostra forza, quando si fa la fase di non possesso si rischia di prendere gol. Se teniamo noi la palla, non prendiamo gol. Se diamo il pallino agli avversari è più facile che si abbiano difficoltà perché non abbiamo una squadra fisica, d’impatto, da urto. Abbiamo una squadra tecnica, un po’ fantasiosa, un po’ leggera che evita se può delle cose dentro la partita però per non mettere quelle cose lì dentro la scatola bisogna abbondare di altre qualità, bisogna andare a gestire diversamente. Probabilmente siamo stati meno bravi a fare questa fase di possesso quando si ha palla noi, a gestirla in un certo modo».

«C’è qualcosa che mi dà da pensare su questi nove mesi e che forse più di tutte le altre mi ha dato fastidio. Ed è che ci sian capitate queste partite casalinghe dove potevamo saltare addosso alla classifica e invece ci è successo di avere difficoltà. Quella è la cosa che mi ha dato da pensare di più. Però poi quando sembra che sia diventato molto difficile tutto c’è sempre il futuro che è aperto. C’è sempre la possibilità di andare ad organizzare qualcosa per il futuro, anche se si sono perse delle opportunità. E ci si va a rigiocare le opportunità rimaste».

«Se nelle ultime sei partite voglio gestire o fare all-in? Non ho mai giocato a poker, gioco a briscola e tressette. Non ho mai avuto tempo di giocare a poker. Non abbiamo mai gestito niente, siamo sempre andati dritto per dritto, in faccia a tutti, per provare a vincere contro chiunque. Per forgiare una forza mentale. A causa di questo atteggiamento ne abbiamo persa anche qualcuna. Non voglio che si gestisca niente, voglio vincere le partite e vedere quanta forza si ha, contro qualsiasi tipo di avversario. Poi è chiaro che nella stagione ci sono dei momenti in cui puoi perdere di vista alcune delle tue qualità e devi esser bravo a saperle ritrovare nella volontà di vincere la partita, senza snaturarti e senza tornare indietro. Si rimane lì e si cerca di riorganizzare la nostra forza».

«Tutti vogliono l’esclusione di Zielinski? Zielo è un giocatore forte, è un ragazzo eccezionale e lo farà vedere in futuro perché si collocherà nei calciatori top»

«Più ci si mette qualità, estro e fantasia e più si diventa pericolosi. Tutto può essere veleno o medicina, dipende dalle dosi. La pericolosità della squadra dipende dalla qualità che riusciamo a sviluppare. Poi non so quello che si riuscirà a fare contro la Roma. So che abbiamo vissuto delle belle partite, che dobbiamo giocare le prossime senza avere rimpianti e anche perdendone qualcheduna dobbiamo sapere che l’abbiamo giocata. Nei primi minuti con la Fiorentina abbiamo avuto tre situazioni per far gol, poi c’è stato un periodo della partita in cui hanno gestito la palla più facilmente di noi. Però il punto è che abbiamo preso dei gol che non possiamo prendere. Un attimo prima di prendere gol potevamo mettere Mertens davanti al portiere facile e non ci siam riusciti. Non dobbiamo farci prendere dall’eccesso di delusione, né dobbiamo buttare il cappello per aria. Si deve guardare alle cose con tranquillità».

«Il lancio lungo? L’abbiamo tentato spesso con la Fiorentina, forse abbiamo fatto qualche lancio di troppo. Però la Fiorentina viene addosso forte, vuole montarti sopra. Quando fanno così preferiscono che tu giochi la palla sui piedi. Per cui c’era da avere distanze un po’ più corte ma quella del lancio era una strategia da poter usare dentro la partita per trarne vantaggio. Si poteva fare il corto-lungo e mettere la palla dietro la linea difensiva. Se la distanza tra i reparti è ampia diventa più difficile. Da situazioni del genere s’era preso vantaggio proprio a Firenze. Su una palla incrociata per Insigne lui è tornato ad aspettare la squadra ma poteva provare ad andare»

«La sfida con Mourinho? Di Mourinho apprezzo molto la sua capacità di saperti far arrivare quello che pensa. Lui arriva, quando vuol dire qualcosa. In questo mi ricorda mio fratello Marcello. Lui era difficilissimo da battere come Mou. Non ho mai battuto Mourinho, è un uomo che si avvia a diventare una leggenda. Forse vincere una partita o vincere una sfida con Mourinho può diventare una cosa un po’ passata, qui per far bene bisognerebbe battere la leggenda»

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