La stampa internazionale lo celebra. El Pais scrive di disegno divino, per il Guardian “ha un’impazienza di fuoco”, per il Telegraph “il suo segreto è la testa”
Il mondo del calcio si è svegliato ai piedi di Benzema. E’ l’effetto indotto dalla tripletta al Chelsea, al culmine di una stagione in cui, per forza, s’arriva alla definizione più forte di tutti. Tutta la stampa sportiva internazionale lo celebra. Trovando alcuni, al di là della retorica, i punti chiave di questa sua esplosione definitiva. Una di queste, la principale, è Cristiano Ronaldo: compagno, mito, tappo.
“Benzema – scrive Jonatahn Liew sul Guardian – ha trascorso i primi anni della sua carriera come una sorta di sacrificio umano, occupando i difensori in modo che Cristiano Ronaldo potesse essere ‘the man’. Ha visto il suo Paese vincere una Coppa del Mondo in televisione a causa di un esilio internazionale di sei anni. A 34 anni, con 16 anni di calcio di alto livello nelle gambe, sarebbe del tutto ragionevole per lui concludere la sua carriera, magari con una buonuscita ben pagata in Cina o negli Stati Uniti, e da allora in poi una vita confortevole di partnership con criptovalute. Eppure per tutto il tempo c’era in lui un’impazienza, un fuoco che non si è mai spento, un’urgenza di affinare i limiti del suo gioco, di superare i suoi limiti. Édouard Mendy sarà incolpato per il terzo gol del Real Madrid, ma dovremmo riconoscere la pura fame di Benzema nel dare la caccia a una causa persa, la stessa fame che lo portò dalle banlieues chaudes del Lione all’apice del calcio, a non smettere mai di rincorrere, a non smettere mai di sognare”.
Per il Telegraph “Benzema è un vero grande dell’era moderna. Dopo anni come facilitatore un po’ sconosciuto per artisti del calibro di Cristiano Ronaldo e Gareth Bale, ora sta prosperando come leader e frontman indiscusso del Real Madrid, e non ha mai giocato meglio di come ha fatto in questa stagione. La tentazione con Benzema è di suggerire che è sempre stato così bravo e che è colpa del resto del mondo se prima non lo apprezzava appieno. Ma è anche vero che Benzema sta raggiungendo livelli di prestazioni più alti ora di quanto non abbia mai fatto nel primo decennio dei suoi 13 anni in Spagna”.
“Per quanto riguarda lo status individuale di Benzema e l’impatto offensivo, c’è una svolta chiara e definibile nella sua carriera a Madrid: la partenza di Cristiano Ronaldo nel 2018. Nelle quattro stagioni prima della partenza di Ronaldo per la Juventus, Benzema ha segnato una media di 20 gol a stagione . Nei quattro anni dalla partenza di Ronaldo, Benzema ha segnato una media di oltre 30 gol a stagione”.
“Ci sono attaccanti più veloci nel calcio mondiale di Benzema e dribblatori molto più pericolosi. Non è il miglior attaccante in aria e non getterà a terra i difensori del Chelsea con una forza sovrumana. Invece è nella mente che fa il suo lavoro migliore: localizzare lo spazio, trascinare i giocatori in posizioni in cui non vogliono andare e aspettare un momento per colpire”.
In Spagna è ovviamente un tripudio. Per El Pais Benzema non è semplicemente un giocatore, “è un’intera epoca”, “l’attaccante più decisivo del calcio mondiale”.
“Karim sta giocando come se non avesse altra scelta, come se una sorta di disegno divino lo ponesse al posto della trama con cui i narratori sturano l’azione e rilanciano la storia per trasformarla in una leggenda che passa di bocca in bocca. In tutti questi anni si è cercata una definizione per lui: per cosa ha giocato, per chi ha giocato e che numero dovrebbe indossare; dilemma risolto: è un’era. Un’intera epoca”.