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Il Giornale: Binotto è un uomo solo in Ferrari. Ha una dote rara in F1: la schiettezza

Nessun plauso di Elkann “come se le vittorie avessero scombussolato decisioni già prese”. Il team principal sembra il gatto Tom quando mette la zampa nella corrente

Il Giornale: Binotto è un uomo solo in Ferrari. Ha una dote rara in F1: la schiettezza
Budapest (Ungheria) 01/08/2021 - gara F1 / foto Press Office Scuderia Ferrari/Image Sport nella foto: Mattia Binotto

Che succede in casa Ferrari nonostante i successi e il primo posto in classifica di Leclerc? Il Giornale torna sulla solitudine di Binotto. La proprietà – John Elkann – non ha applaudito la vittoria a Melbourne, lo ha fatto invece Montezemolo (insieme con tanti altri). Il Giornale definisce così il team principal della Rossa.

Ha gli occhiali tondi, i capelli sparati all’insù e anche lui pare un fumetto, non un manga giapponese, bensì Tom & Jerry quando il micio mette la zampa nella corrente. È Mattia Binotto, il team principal. Ingegnere motorista e capo della Ferrari F1 dal 2019, Binotto ha una dote rara nell’ambiente squalo e sospettoso della F1: la schiettezza.

al lancio in febbraio della F1-75, ha detto «non firmerei per un secondo posto alla prima gara…». Cioè sapeva bene che cosa aveva in mano. Nelle segrete stanze maranelliane, più di uno gli ha fatto notare che forse sarebbe stato meglio non sbilanciarsi così tanto. Ma si sa: la schiettezza in taluni è figlia dell’incoscienza, in altri, come nel caso di Binotto, della perfetta conoscenza dei propri uomini e della bontà del lavoro fatto. Dote, quest’ultima, rara e tipica dei buoni capi. Ciò nonostante, anche dopo due vittorie in tre gare, Binotto dà la sensazione di essere un uomo solo al comando. La mancanza ancora ieri di un plauso della proprietà alimenta questa sensazione, quasi la bontà della monoposto avesse scombinato decisioni già prese o in procinto di essere avallate. Si vedrà. Si capirà.

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