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Guzzanti: «Ho avuto anni faticosi, ora ho ripreso a buttarmi nelle cose con meno puzza sotto il naso»

A Repubblica: «Grande Raccordo Anulare nacque quando abitavo alla periferia di Roma. Spotify la attribuisce a Venditti, non saprei con chi protestare»

Guzzanti: «Ho avuto anni faticosi, ora ho ripreso a buttarmi nelle cose con meno puzza sotto il naso»

La Repubblica intervista Corrado Guzzanti. Ha partecipato a Lol, recentemente ed ora è in sala nel film “Gli idoli dele donne”, con Lillo e Greg: interpreta il ruolo di un narcotrafficante colombiano.

«Ho avuto anni più faticosi e ora ho ripreso a divertirmi, a buttarmi nelle cose con meno puzza sotto il naso. Mi diverto a realizzare lavori miei, ma anche a fare l’attore in progetti di altri. È un bel mestiere».

Wikipedia, nella bio online, lo definisce “genio della comicità”.

«La parola genio si usa con troppa disinvoltura. Quando devi parlare di Einstein che dici? Mi fa ridere ancor di più quando mi chiamano maestro. È un appellativo che si dà, di solito, ai vecchi e non mi sento ancora così».

Gli chiedono se quando scrive i suoi testi ride.

«Sì, sono il primo spettatore delle mie cose. Poi non amo rivedermi. Quando vanno in onda i miei lavori, li evito».

Non ha visto Lol?

«No, anche se mi hanno mandato tanti pezzetti. Un giorno con una bottiglia di vino me lo vedo tutto. Mi dicono di cose che non ricordo di aver detto e fatto. È una maratona pazzesca, c’è una parte su cui non hai controllo».

È diventata virale la canzone “Grande raccordo anulare“, parodia di “Notte prima degli esami”, cantata travestito da Antonello Venditti. Racconta come nacque l’idea.

«C’è stato un periodo in cui ho abitato alla periferia di Roma, per due anni. Tutti i giorni facevo il Grande raccordo anulare, ricordo che cominciai a cantare le uscite, in macchina, un gioco con me stesso per passare il tempo. È buffo che ciò che rimane di te e che ricordano tutti è spesso la realizzazione meno pensata. Gli ‘mbuti di Vulvia non ricordo nemmeno come vennero».

Venditti come la prese?

«All’inizio un po’ preoccupato, poi ha iniziato a divertirsi e nel 2002 mi ha invitato a cantarla insieme sul palco. La cosa buffa è che oggi è su Spotify: la canzone è attribuita a lui, e non saprei con chi protestare».

 

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