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Casini: «Per il calcio non mi aspetto ristori dallo Stato, ma regole aggiornate e ricavi non frenati»

Il presidente Lega Serie A al CorSera: «Mi aspetto meno paletti alla vendita dei diritti tv all’estero e più introiti da giochi e scommesse»

Casini: «Per il calcio non mi aspetto ristori dallo Stato, ma regole aggiornate e ricavi non frenati»

Il Corriere della Sera intervista il presidente della Lega Serie A, Lorenzo Casini. E’ stato appoggiato da alcuni club, tra cui Napoli e Lazio, perché con il suo ruolo nel Governo ha agevolato i ristori per il mondo della cultura. Le società avrebbero voluto lo stesso trattamento. Casini, però, chiarisce che non chiederà ristori.

«No e ne abbiamo parlato. Per lo spettacolo, governo e Parlamento hanno stanziato risorse perché c’era una categoria molto vasta di imprese e lavoratori in difficoltà. Per il calcio, non mi aspetto che oggi lo Stato eroghi ristori, ma che aggiorni le regole affinché non siano frenati i ricavi».

Spiega a cosa si riferisce:

«Alla vendita dei diritti tv all’estero, ora limitata da molti paletti. Ma anche ai maggiori introiti da giochi e scommesse. In altri Paesi, una parte delle risorse di lotterie e giochi vanno allo sport, oltre che alla cultura. Sarebbe auspicabile che ciò avvenisse anche in Italia».

Il fatto di essere stato candidato da De Laurentiis e Lotito le ha creato problemi di rapporti all’interno dell’assemblea?

«La mia figura è stata proposta non solo da Napoli, Lazio e Fiorentina, ma anche da altre squadre, in particolare le proprietà americane: ringrazio tutte. Non ho avuto difficoltà, ma capisco che in questo mondo si usano spesso “argomenti fantoccio” per attaccare, soprattutto quando non si hanno molte frecce».

Appena insediato aveva annunciato di voler instaurare un rapporto collaborativo con la Federazione. A che punto siamo?

«Ho trovato forti attriti precedenti al mio insediamento. Bisogna superarli presto e mi pare si sia sulla buona strada».

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