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Alessandro Gassmann: «Mio padre voleva essere imbalsamato e messo nel salotto di casa»

Al Messaggero: «Voleva un registratore vicino per salutare gli amici che venivano a casa. In tutta la sua vita ha fatto solo un viaggio per diletto, a Paxos, in Grecia»

Alessandro Gassmann: «Mio padre voleva essere imbalsamato e messo nel salotto di casa»

Sul Messaggero un’intervista ad Alessandro Gassmann, figlio di Vittorio e dell’attrice francese Juliette Maynel. Parla dei genitori.

«Mia madre, figlia di contadini, ha sempre amato la campagna e la vita all’aperto. Grazie a lei sono cresciuto in mezzo alla natura».

Il padre, invece, ha sempre lavorato.

«Papà ha sempre lavorato. In tutta la sua vita ha fatto solo un viaggio per diletto, a Paxos, in Grecia. Andammo dopo uno dei suoi periodi di depressione. Ogni mattina andavamo al porto e ogni volta si incazzava. Voleva parlare in greco antico – una delle sue tante passioni – con i pescatori locali e quelli, ovviamente, non lo capivano. Dopo averle tentate tutte, alla fine se ne andava urlando e insultandoli. In greco antico, ovviamente. Scene meravigliose».

Si racconta da ragazzo:

«A vent’anni ero antipatico e facevo spesso a botte. Mi dava fastidio essere trattato come uno strano solo perché figlio di una persona importante. A mio figlio Leo insegno ad essere gentile ed educato con tutti, cosa che io non ero, ricordarsi che siamo stati fortunati a nascere in questa famiglia, e che nella vita per arrivare a destinazione è meglio faticare. Lui lo fa: con la musica si è mosso da solo e si è appena laureato».

È vero che suo padre voleva farsi imbalsamare?

«Certo. L’ha fatto scrivere dal notaio nel testamento, con tutti i dettagli. Voleva essere messo nel salotto di casa con un registratore vicino per dire a tutti: “Buonasera amici. Tornate a trovarci. A presto”. Meno male che in Italia è illegale».

 

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