Venditti e De Gregori: «Un concerto per l’Ucraina? C’è smarrimento, meglio stare zitti altrimenti è retorica»

Sulla Stampa. «Il concerto deve essere bello per sé stesso e non per qualcosa. C’è la guerra e allora facciamo un concerto. Ma chi l’ha detto?»

Antonello Venditti Pasolini

Mi Roma 02/01/2010 - amichevole / Cisco Roma-Roma / foto Marco Iorio/Image Sport nella foto: Antonello Venditti

Tra poco parte il Venditti & De Gregori Tour. Un pezzo di storia della musica italiana. L’edizione odierna de La Stampa prova a capire com’è nato.

De Gregori: «La scintilla un pranzo a Roma dove ci siamo detti: ma veramente lo vogliamo fare? Dopo una bella bottiglia di vino ci siamo convinti che lo desideravamo. Siamo convinti che alla gente farà piacere vedere i nostri nomi accoppiati. Poi se vuole sapere perché in cartellone il nome Venditti viene prima di De Gregori le confesso che abbiamo risolto la questione con il lancio della monetina e ha vinto lui, anche se sono certo che suoni meglio De Gregori & Venditti».
Venditti: «Il 18 giugno inaugureremo la lunga avventura allo Stadio Olimpico di Roma con uno spettacolo dove riproporremo, ritoccate, alcune delle canzoni che sono entrate nel cuore della gente, nelle loro storie di vita. Abbiamo mixato le nostre due band. Io mi sono preso basso e batteria mentre gli altri sono musicisti di Francesco. Bravissimi ma probabilmente nel corso dei mesi li cambieremo anche a seconda dei loro impegni. Scalette e musicisti potranno cambiare»

Oggi si celebrano i dieci anni dalla scomparsa di Lucio Dalla.

De Gregori: «Ho avuto la fortuna di lavorare con Lucio per ben due volte, della nostra amicizia ricordo sia gli aspetti comici che quelli tragici.Adesso, lo confesso, l’aspetto celebrativo non riesco a farlo mio. Ci ho lavorato da vivo e preferisco ricordarlo così».
Venditti: «Dalla mi ha salvato trovandomi una casa a Roma dopo una mia separazione. In più lo ascoltavo molto quando mi parlava perché raramente aveva torto. Ma, guardi, per me le morti non esistono,esistono solole nascite».

Cosa pensate del fatto che per ora non si sia vista una grande mobilitazione del mondo della musica contro la guerra in Ucraina?

«Anche sulle facce di persone più erudite di noi abbiamo visto paura e smarrimento. Credo che sia la sensazione che proviamo anche noi. Sulla mobilitazione non abbiamo commenti al riguardo. Cosa dovremmo fare? Un concerto? L’ennesimo concerto che si fa per qualcosa. Il concerto deve essere bello per sé stesso e non per qualcosa. C’è la guerra e allora facciamo un concerto. Ma chi l’ha detto? Piuttosto di scrivere canzoni brutte sulla guerra è meglio stare zitti, altrimenti è retorica»

Correlate