In Arabia giustiziano 81 persone e l’allenatore del Newcastle saudita non ne può parlare

Sala stampa dello Stamford Bridge, Eddie Howe aspetta la domanda, che arriva: “Come commenta l’esecuzione di 81 uomini in Arabia Saudita?”. L’allenatore del Newcastle United di proprietà saudita per poco non ha un mancamento. Poi risponde. Anzi, non risponde: “Parlo di calcio. Questo è tutto ciò che mi interessa”.

“Davvero? È tutto ciò che interessa a Howe?”, si chiede il Telegraph. Secondo il quotidiano inglese la mancata risposta del tecnico “è la prova che lo sportswashing funziona perfettamente per i sauditi”.

In Inghilterra la questione Abramovich si sta allargando anche alle proprietà degli altri club. Non sarà la Russia, scrive per esempio il Daily Mail in un editoriale di Martin Samuel, che vogliamo parlare del Newcastle? Ecco, appunto.

Il Telegraph scrive che non deve essere piacevole per Howe o Tuchel affrontare questioni diplomatiche in una conferenza stampa pre-partita, ma entrambi “hanno accettato un lavoro altamente retribuito sapendo quanto fosse di alto profilo e controverso”.

“Howe sapeva chi erano i proprietari del club quando ha detto sì a quell’offerta di lavoro. Il Newcastle è posseduta per l’80% dal Fondo per gli investimenti pubblici dell’Arabia Saudita e il presidente di quel fondo è Mohammed bin Salman, il principe ereditario saudita. Non gli è mai passato per la mente di pensare che a un certo punto sarebbe stato interrogato sui diritti umani in Arabia Saudita?”

“Nessuno si aspetta che Howe approfondisca tali questioni e nessuno si aspetterebbe davvero che abbia le conoscenze dettagliate per discuterne con autorità. La sua preoccupazione principale è, ovviamente, la squadra di calcio e deve considerare la squadra come il suo datore di lavoro e non i proprietari”, ma il suo silenzio, la sua auto-censura sono la dimostrazione che il piano dei sauditi funziona perfettamente.