Uno dei giornalisti che l’ha intervistata dice di avere forti dubbi sulla sua libertà: “I cinesi hanno voluto le domande in anticipo, sapeva cosa dire”

Uno dei giornalisti di L’Equipe che ha condotto la prima intervista esclusiva con Peng Shuai, la star del tennis cinese al centro di un caso diplomatico negli ultimi mesi, dice che la conversazione era attentamente controllata e che la giocatrice di fatto non ha risposto alle domande sulla sua presunta limitazione della libertà.
Dubbi già sollevati dalla stampa internazionale: Peng Shuai sembra comunque una sorta di ostaggio. Un funzionario olimpico cinese era nella stanza dell’intervista e ha tradotto la conversazione con Peng. Nell’intervista a L’Equipe Peng ha negato di essere stata aggredita sessualmente dal politico e ha affermato che il post sui social media che ha scatenato la controversia era stato frainteso.
Marc Ventouillac, uno dei due giornalisti del quotidiano sportivo francese che ha parlato con Peng afferma di non essere ancora sicuro che sia libera. “È impossibile dirlo”, ha detto. Dall’intervista non si capisce se fosse libera o meno. Ventouillac dice che l’intento della Cina gli era chiaro: concedendo l’intervista durante le Olimpiadi invernali, i funzionari cinesi sperano di porre fine alla controversia. “Fa parte della comunicazione, della propaganda, del Comitato olimpico cinese”, ha detto Ventouillac all’Associated Press.
Peng si è poi mostrata col presidente del Cio Bach e ha assistito alla vittoria della freestyler cinese di origine americana Eileen Gu nel Big air.
Per avere l’intervista, organizzata attraverso il Comitato olimpico cinese con l’aiuto del CIO, L’Equipe ha accettato di inviare domande in anticipo e pubblicare le sue risposte alla lettera, in forma di domande e risposte.
“Non c’era censura nelle domande”, ha detto il giornalista. Il quotidiano si è avvalso di un interprete a Parigi per garantire che la traduzione dell’interprete corrispondesse a quello che diceva la giocatrice. “Ha risposto alle nostre domande senza esitazione, con, immagino, risposte che conosceva già. Sapeva cosa stava per dire”, ha detto Ventouillac. “Ha detto quello che ci aspettavamo che dicesse”.
Ventouillac dice che uno degli obiettivi di L’Equipe per l’intervista era quello di far capire alla Peng che “non è sola” e che le persone in tutto il mondo sono preoccupate per lei.