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Guerra in Ucraina, De Zerbi: «Il campionato è sospeso, stiamo cercando il modo di andar via»

A Sky. «La situazione è tesa, siamo stati svegliati dalle esplosioni. Qui ci sono ragazzi che possono essere miei figli. Gli ucraini del gruppo colpiti in prima persona»

Guerra in Ucraina, De Zerbi: «Il campionato è sospeso, stiamo cercando il modo di andar via»
Db Bologna 18/10/2020 - campionato di calcio serie A / Bologna-Sassuolo / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: Roberto De Zerbi
Dall’Ucraina, bombardata dalla Russia, parla il tecnico dello Shakhtar Donetsk Roberto De Zerbi, che ha fatto sapere a Sky di essere in hotel. «Non ho tanto tempo – ha dichiarato – perché devo parlare con i giocatori. La situazione è precipitata questa mattina, fino a ieri sera il campionato si sarebbe dovuto giocare, così non è stato perché stamattina ci siamo svegliati in malomodo da colpi ed esplosioni. Stiamo bene, ma la situazione è tesa. Siamo preoccupati e stiamo cercando di avere contatti con le ambasciate per capire il da farsi». De Zerbi ha spiegato di non essere rimasto in Ucraina fino a questo momento per fare l’eroe, ma semplicemente perché il campionato non era ancora stato sospeso.

Non è nostra intenzione fare gli eroi, noi qui vogliamo fare il nostro lavoro, quello del calcio. Ma all’interno della squadra ci sono già giocatori che hanno vissuto situazioni del genere. La situazione ora è cambiata, non serve più che siamo qui, il campionato è sospeso e stiamo cercando il modo di andare via.

Preoccupazioni, più che paure.

L’ambasciata ci sta dando grande supporto e vicinanza. Non faccio il politico, non voglio farlo, il mio mondo è quello del calcio. Questa è la mia vita. Altre cose le guardo da semplice cittadino, non da allenatore. Non ho paura, le preoccupazioni sono tante. Penso alla mia famiglia che è a casa e quelle dei miei giocatori che sono tutte scosse, questa cosa mi infastidisce. Devo tutelarli, proteggerli e faccio fatica pure io a dire quello che devono fare.  

Racconta anche le tensioni interne al gruppo squadra che allena.

Ci sono due gruppi di giocatori, il primo è quello degli ucraini che sono le vere vittime. Noi andremo via ma loro rimangono qui e sono colpiti in prima persona. Questo mi tocca tanto. Ci sono ragazzi che possono essere miei figli. 

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