Barbano: la Serie A invoca i ristori, ma la crisi non dipende dal Covid: all’inizio della pandemia c’erano già 4 miliardi di debiti e i club non hanno smesso di giocare alla roulette
Sul Corriere dello Sport Alessandro Barbano torna sull’intervista rilasciata dal patron della Fiorentina, Rocco Commisso, al Financial Times, contenente dure accuse nei confronti della Juventus.
“Al netto della grazia da elefante in una cristalleria, con cui il presidente viola ha pronunciato il suo J’accuse, la diagnosi è drammaticamente esatta. E racconta l’infezione che suppura nel calcio italiano dalla testa ai piedi, e contro la quale presidenti, Lega e istituzioni federali invocano il balsamo dei ristori del governo”.
Che il calcio vada protetto in tempi di pandemia è un’idea condivisibile, scrive,
“ma l’idea che sia il Covid la causa del crack è una bugia tutt’altro che pietosa. La Serie A è entrata nella pandemia con un debito di 4 miliardi e non ha smesso di giocare alla roulette”.
Zazzaroni porta l’esempio del Genoa, che ieri ha esonerato Shevchenko dopo soli 2 mesi e 9 partite. Il club aveva ingaggiato il tecnico con un triennale a 2 milioni e mezzo netti a stagione.
“Nel bienio pandemico ha già cambiato Thiago Motta, Nicola Maran, Ballardini, e adesso fa fuori l’asso ucraino per l’italo-tedesco Labbadia. Con quale coraggio una società responsabile di un simile disastro gestionale ancorché condiviso tra due proprietà, può pretendere i ristori del governo?”.