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Vladimir Luxuria: «Il Pride conviene a tutti. Nel 2000 a Roma i soldi arrivavano più da lì che dal Giubileo»

A Libero: «I pellegrini se la cavavano con un panino. Gli omo sono pink money, flussi di denaro che girano. Oggi i pride sembrano riunioni di condominio»

Vladimir Luxuria: «Il Pride conviene a tutti. Nel 2000 a Roma i soldi arrivavano più da lì che dal Giubileo»
Db Milano 22/05/2018 - Diversity Media Awards 2018 / foto Daniele Buffa/Image nella foto: Vladimir Luxuria

Su Libero una lunga intervista a Vladimir Luxuria. Tra le altre cose, parla dei Gay Pride. Per lei non sono un ostacolo alla battaglia sui diritti civili degli omosessuali. Ed aggiunge che i gay sono fonte di denaro.

«Al Pride non si deve mica andare vestiti come a una riunione della Cgil. L’idea era quella del “voi fate finta di non accorgevi di noi? E allora noi ci facciamo notare il più possibile”. Non sono mai stata ad un Gay Pride funereo se non in Russia; lì niente paillettes, sembravamo tutti becchini. Ma ci menarono lo stesso. E una volta, se solo qualcuno parlava di figli o matrimonio gli sputavano in un occhio; fino agli anni 70 gli happening finivano con una scopata collettiva. Oggi sembrano riunioni di condominio, con bambini, famiglie Arcobaleno. Senza contare che il Pride conviene a tutti. A Roma nel 2000 i soldi arrivarono da lì, più che dal Giubileo: i pellegrini se la cavavano con un panino. Gli omo sono pink money, flussi di denaro che girano».

 

 

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