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Marisa Laurito: «Non credo nel matrimonio, ma Luciano De Crescenzo lo avrei sposato»

A Specchio: «Bud Spencer, Sergio Corbucci, Giuliano Ferrara, Villaggio e De Crescenzo si chiusero in uno sgabuzzino per paura del mio mastino, temevo crollasse il solaio»

Marisa Laurito: «Non credo nel matrimonio, ma Luciano De Crescenzo lo avrei sposato»
archivio Image / Spettacolo / Marisa Laurito / foto Beescoop/Image

Specchio intervista Marisa Laurito. Parla di Napoli.

«Napoli è il luogo della favola, la città incantata dove tutto può accadere con il Vesuvio, la nostra montagna sacra che dà vibrazione di morte. Nascendo a Napoli sai da subito che tutto può finire da un momento all’altro. È da tale certezza che viene la passione, è il sangue del vulcano che ti ribolle nelle vene».

Dice di credere nella reincarnazione, di aver studiato a lungo il fenomeno.

«Tutto è iniziato in uno dei momenti più cupi della mia vita. Non avevo lavoro, non andavo d’accordo con mio padre. Stavo male, malissimo, non vedevo vie d’uscita. Con enorme fatica ho cercato un equilibrio che fosse mio, una filosofia che mi ha richiesto anni e anni di lavoro ma che ora mi fa stare bene. Sono stata tradita da uomini e amici, nel mondo dello spettacolo va messo in conto ma io ora reagisco con l’energia positiva. Diciamo che sono gentile per egoismo. Sono convinta che il male torni sempre indietro, come il bene per altro».

Ha lavorato con Eduardo. Lo racconta.

«Esigente con se stesso e con gli altri, professionalità e sacralità del palcoscenico. Con lui ho fatto il mio servizio militare. Una volta disse che il teatro è sacrificio e gelo e in quel gelo ritrovi l’essenza stessa del mestiere. Diciotto ore di lavoro al giorno, l’unico che non prevede un sindacato».

Sulla sua adolescenza:

«Da ragazza m’innamoravo in continuazione, come tutte. In casa mia non si prevedeva l’idea del sesso, mio padre era rigidissimo. Allora per poter convivere in santa pace m’inventai un finto matrimonio. Ero fidanzata da tempo e in casa imperversava la litania dello sposarmi. Allora decisi per questo escamotage. Fu comunque una bella festa con tanto di prete finto. Non credo nel matrimonio, sono convinta che l’amore vada consumato senza farlo appassire nell’abitudine».

Ma avrebbe sposato De Crescenzo.

«Gigi Proietti lo rimpiango tanto, Luciano De Crescenzo, lo avrei sposato. Nori Corbucci che mi è stata sempre vicina, Mariangela Melato».

La Laurito ha una passione per i cani. Uno dei più amati è stato Gennarino, un mastino napoletano di 80 kg.

«Gennaro fu l’estremo regalo di un fidanzato che lasciandomi me lo consegnò. Era un cucciolo e pesava 40 Kg. Faceva 30 litri di pipì al giorno e allargò il parquet della casa di Totò, diventata studio del mio agente. Ero disperata, poi un produttore, Riccardo Manao venuto a casa per offrirmi un ruolo da protagonista nel film venezuelano con Banderas, si prestò a un affidamento congiunto che durò pochissimo. Ci fidanzammo e Gennarino tornò trionfante in pianta stabile».

Continua:

«Gennarino era bellissimo, a Natale gli mettevo una coccarda rosso fuoco in testa. Una volta Bud Spencer, Sergio Corbucci, Giuliano Ferrara, Paolo Villaggio e Luciano De Crescenzo che impugnava una sedia rovesciata come i domatori dei circhi, si chiusero in uno sgabuzzino per paura di Gennarino che li aspettava fuori dalla porta. Io invece temevo che con tutto quel peso concentrato ce ne cascassimo al piano di sotto. De Crescenzo, serio, mi propose di mandare Gennarino sulla Luna come Laika “Così ce ne liberiamo a vita”. E lo diceva veramente».

 

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