I leader sono ancora dalla sua parte, ne subiscono il fascino comunicativo e il curriculum. Dopo le partite, scuote l’ambiente oltre ogni logica apparente
La Roma e Mourinho dopo la sconfitta per 4-3 in casa contro la Juventus. Scrive il Corriere dello Sport che
I giocatori, soprattutto i leader, sono ancora dalla sua parte, ne subiscono il fascino comunicativo e il curriculum vincente. In questo senso le frasi post partita di Lorenzo Pellegrini, il capitano, spiegano bene il quadro: «Ha ragione Mourinho quando dice che dobbiamo essere noi ad avvicinarsi al suo livello e non lui al nostro. Siamo stufi di vivere anni di transizione».
Ma il riferimento dell’allenatore alla scarsa personalità della squadra, oltre al riferimento (sbagliato) a Shomurodov come colpevole del gol-spartiacque del 3-2, rischia di alimentare delle crepe nello spogliatoio: quelli che giocano sempre vengono magari criticati in privato – è successo ad esempio a Mancini dopo Roma-Inter – mentre i precari finiscono spesso sacrificati sull’altare mediatico. E’ un fatto acclarato ormai che esista un Mourinho della vigilia e un Mourinho dei commenti: prima, le sue conferenze stampa sono sempre lucide e mirate; dopo, sull’onda dell’emotività, i suoi strali scuotono l’ambiente oltre ogni logica apparente.