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Bianchi: «I problemi della scuola sono gestibili e siamo attrezzati per affrontare un eventuale peggioramento»

A La Stampa: «Classi pollaio? Riguardano il 2,6% delle aule. Per i sistemi di areazione abbiamo dato 150 milioni agli enti locali e 350 alle scuole»

Bianchi: «I problemi della scuola sono gestibili e siamo attrezzati per affrontare un eventuale peggioramento»

La Stampa intervista il ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi. Dichiara che i problemi della scuola, al momento, sono assolutamente gestibili.

«Per ora i problemi riscontrati sono gestibili e siamo attrezzati per affrontare un eventuale peggioramento del quadro».

Ribadisce:

«la scuola resta aperta e in presenza, una scelta portante di questo governo».

Sulla didattica a distanza:

«Il ricorso alla didattica a distanza non può essere indiscriminato, ci sono regole precise da seguire».

Secondo l’Associazione nazionale dei presidi, nel giro di una settimana potrebbero finire in Dad 200mila classi. Risponde:

«Guardi, io non escludo né affermo niente, ma siamo pronti ad affrontare tutte le situazioni, anche quelle più estreme. In Italia abbiamo 365mila classi, allo stato attuale non c’è questo scenario, poi può darsi che ci sia un aumento nei prossimi giorni, ma il tema non è se ci sarà o meno un maggiore ricorso alla formazione a distanza. Che, comunque, non è il demonio, ma uno strumento da usare in modo specifico e per un tempo specifico».

Sulle parole del presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, che ha dichiarato che il governo usa gli studenti come cavie:

«Mi permetta di non commentare questa frase, ma penso ci sia il dovere istituzionale di misurare le parole, da parte di tutti. D’altra parte, ricordo che abbiamo avuto il massimo dei contagi quando la scuola era chiusa. E, come ha sottolineato anche il presidente Draghi, non è che, se non vanno in classe, gli studenti restano blindati in casa. Avere la scuola chiusa con i ragazzi in giro sarebbe difficilmente spiegabile».

Bianchi risponde anche alla questione delle “classi pollaio”.

«Quello delle “classi pollaio” è un tema offensivo, perché non è un problema di massa, riguarda il 2,6% delle aule, concentrate in alcune aree e nelle scuole tecniche professionali. Comunque, abbiamo inciso anche su questo fenomeno».

Sulla mancanza di sistemi di ventilazione meccanica nelle aule che costringe tanti bambini a stare in classe con cappotti e cappelli perché le finestre devono restare aperte, come ieri ha detto De Luca.

«Anche per interventi di questo tipo abbiamo dato 150 milioni agli enti locali, che sono proprietari degli edifici scolastici, e poi altri 350 milioni direttamente alle scuole. C’è chi ha provveduto e chi no, ma noi non abbiamo la capacità impositiva di dire come usare quei soldi. Al massimo, possiamo definire linee guida più stringenti, ma sempre nel rispetto dell’autonomia di amministratori e dirigenti scolastici».

Sullo screening, con la necessità di garantire i tamponi a tutti gli studenti:

«Abbiamo dato 92 milioni alla struttura del generale Figliuolo per fare accordi con le farmacie e offrire tamponi gratuiti ai ragazzi delle scuole secondarie. Le nostre sono risposte precise, le foto con le file davanti alle farmacie in attesa dei test le possiamo fare tutti».

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