Steve Simon, il presidente barricadero della Wta, va alla guerra diplomatica per il “caso Peng Shuai”, mettendo a nudo le debolezze del Cio e delle altre associazioni sportive

Nessun torneo di tennis femminile in Cina. La Women’s Tennis Association (la Wta) ha annunciato il boicottaggio per il caso Peng Shuai, l’ex numero uno del doppio praticamente scomparsa dopo aver denunciato una violenza sessuale di un importante uomo di governo. Si tratta di una vera e propria rivoluzione, che chiama in causa altre vicende politico-sportive passate alla storia, come il boicottaggio delle Olimpiadi di Mosca. “La mossa segna un cambiamento di paradigma nel modo in cui le associazioni sportive affrontano la Cina – scrive il Guardian – In passato, le organizzazioni sportive evitavano accuratamente di litigare con Pechino per paura di perdere il suo gigantesco mercato”. Il tennis ha invece deciso di fregarsene. E di prendere una posizione netta che di fatto sfiducia il non-impegno di Thomas Bach e del Cio.
Il New York Times sottolinea che nessun’altra associazione ha preso in considerazione un passo del genere, dall’Atp – il tennis maschile – che non è andata oltre una richiesta di indagine – alla World Athletics che ha confermato i Mondiali di staffetta a Guangzhou nel 2023.
Tutta l’attenzione è ora concentrata su Steve Simon, il presidente barricadero della Wta. Ne scrivono in tanti, da L’Equipe al Guardian. Il “titolo” Simon è ai massimi storici. Dalla Williams in giù le donne sono entusiaste di essere rappresentate da lui. Il giornalista americano di tennis Peter Bodo ha recentemente descritto Simon come “un contabile più che che un generale”: “Il livello di leadership che ha mostrato nell’affrontare un regime autoritario per una questione di principio e di sicurezza dei giocatori è più in linea con un generale”
Il boicottaggio della Wta ha un peso specifico enorme: costerà più di 1 miliardo di dollari di mancate entrate, annullando anni di investimenti nella costruzione di relazioni diplomatiche. Simon ha affermato che la Wta potrebbe tornare in Cina nel 2023 se si verificasse un’indagine trasparente sulle accuse di Peng e se fosse completamente al sicuro.
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