Il sindaco di Seregno si ribella all’etichetta di Gomorra e di Brianza velenosa

Dopo le accuse per i trattamenti riservati ai calciatori:« Il “metodo Seregno”? Sì, quello di lavorare. Seregno è altro»

Una giornata uggiosa

Seregno non è Gomorra. Non è Brianza ve-le-no-sa. Siamo oltre l’uggioso visto quel che in questi giorni ha raccontato la Gazzetta sulla squadra di calcio. «Era Gomorra» ha raccontato il portiere Fumagalli. Ma, come a solito, il sindaco si ribella e prova a scendere in campo per riequilibrare l’immagine della cittadina brianzola e alla Gazzetta la mette sul cavallo di battaglia del luogo comune brianzolo e nordico in generale: il lavoro, l’abnegazione

«Il “metodo Seregno”? Sì, quello di lavorare, di fare del bene alla comunità – spiega subito il sindaco Alberto Rossi -. Spiace che nel momento in cui la squadra è tornata tra i professionisti il club finisca in prima pagina non per motivi sportivi. Seregno è altro»

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