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Lozano calciatore austero, di quell’austerità che ricorda Berlinguer

Fa pochi sprechi, non bada a fronzoli. Cerca sempre di fare la cosa più utile. Bada poco all’estetica, gioca per andare al sodo, all’essenziale

Lozano calciatore austero, di quell’austerità che ricorda Berlinguer
(foto Hermann)

Oggi a sentir parlare di austerità non si pensa che al taglio delle spese pubbliche, al pareggio di bilancio, alla spending review, all’aumento della pressione fiscale.

Non potrebbe essere che così: è una parola che oggi viene utilizzata quasi esclusivamente in ambito di politica economica. Ed in questa precisa accezione, che tanti considerano negativamente.

Perfino il mondo della politica però ha conosciuto un’altra austerità. Berlinguer ne parlava alla fine degli anni 70, ed in una chiave completamente diversa, almeno nell’intenzione e nel significato: l’austerità berlingueriana era l’idea esattamente contraria allo spreco, allo sperpero, al consumismo dissennato come elemento sistemico.

E quindi austerità voleva dire essenzialità. “Parsimonia e giustizia contro ingiustizia e spreco”, per utilizzare le parole del fu Segretario del Pci.

E se in questo Napoli, da un bel po’ di tempo, c’è un calciatore austero in questo senso, allora è Hirving Lozano. Senza ombra di dubbio. Del tutto recuperato dopo l’incidente estivo, come dimostrano le immagini che arrivano dai suoi impegni in Nazionale. Dalle partite (impreziosite da un gol molto bello), ancor più che dall’euro gol segnato in allenamento che ha fatto il giro del web.

Lozano è un calciatore austero. Fa pochi sprechi, non bada a fronzoli. Qualcuno l’ha definito hombre vertical. Il punto è semplicemente che quando ha il pallone tra i piedi cerca sempre di fare la cosa più utile per arrivare in porta: uno scatto fulmineo, un tiro di prima intenzione, un passaggio che a primo acchito può sembrare banale. Senza badare troppo al lato prettamente estetico del calcio. È uno che gioca per andare al sodo, all’essenziale. E si percepisce.

È questo che gli permette di essere decisivo come pochi calciatori nel Napoli. Quest’anno, con appena 285’ giocati in campionato, ha già siglato due gol e servito due assist vincenti. In pratica, ha segnato o fatto segnare ogni 70 minuti. Nonostante il ritardo di preparazione.

Spalletti gli ha dato la maglia da titolare in una partita molto importante, quella giocata a Firenze prima della sosta. E il Chucky – l’austero – ha risposto col gol. Di fame, d’opportunismo, di cattiveria.

L’impressione è che l’alternanza con Politano sia destinata a risolversi, a breve, in favore del messicano. E questo non perché Politano non sia un buon giocatore, anche se meno essenziale, meno “austero”. E non perché non sia una ricchezza, per il
Napoli, poter contare su due alternative così importanti. Ma semplicemente perché il Chucky dà la netta impressione di poter confermare quanto aveva fatto l’anno scorso, soprattutto nel girone d’andata: gol decisivi, strappi determinanti, spizzicate pesanti. Quello che, al di là di sprechi e fronzoli, ti fa vincere le partite. E ti proietta in un’altra dimensione.

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