L’attore racconta alla Gazzetta la sua fede giallorossa: «Tradizione di famiglia. Mourinho mi piace parecchio, ha cervello, uno che dice “grande Spallettone”

La Gazzetta intervista l’attore Marco Giallini che racconta la sua fede giallorossa, il suo tifo per la Roma.
Diciamo che la mia famiglia è un po’ inglese sul tifo, se sei dello United tuo figlio dev’essere dello United, non può diventare del City. E così io non potevo che essere romanista, anche perché il calcio fino a poco tempo fa era metafora della guerra di cui abbiamo bisogno per scannarci la domenica, per modo di dire eh!
Allo stadio lo portò suo fratello. Prima partita: Roma-Foggia 3-1, stagione 1970-71, aveva sette anni. Ricorda la formazione.
Era all’Olimpico la sera di Roma-Liverpool finale di Coppa dei Campioni, in Curva Sud:
E purtroppo ero dietro alla porta, dritto per dritto, anche quella sera maledetta dell’84. Quando sbagliammo l’ultimo rigore si sentiva il rumore delle falene. E dalla Curva Nord partì “Liverpool, Liverpool!”. E dopo due secondi,“Roma, Roma!”. Ecco. Quella forse, dopo la perdita di alcune persone care, è stata una delle serate più brutte della vita mia.
Mourinho mi piace parecchio. (…). È uno che dice “grande Spallettone” e dà i buffetti all’avversario, ma che all’occorrenza non evita di ammettere che abbiamo giocato malissimo. Ha cervello. Anche quando perdi, lo fai sapendo che lui qualcosa ai ragazzi dirà… E questo serve sempre.