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Boniek: «Agnelli mi tolse dallo Stadium per accontentare i tifosi che gli creavano problemi»

Al Messaggero: «Spiegai a Voeller che per imparare l’italiano doveva guardare il telegiornale, ma appena mi giravo cambiava canale per vedere i canti tirolesi»

Boniek: «Agnelli mi tolse dallo Stadium per accontentare i tifosi che gli creavano problemi»
Db Bologna 19/06/2019 - Europeo Under 21 Italia 2019 / Italia-Polonia / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: Zbigniew Boniek

Sul Messaggero un’intervista a Zibì Boniek. Gli viene chiesto un parere su Juve-Roma. Risponde:

«Roma mi ha stregato e infatti ho deciso di abitarci. A Torino ho trascorso tre anni straordinari, poi i rapporti sono diventati un po’ tesi per la scelta di togliermi la stella allo stadio».

Racconta la spiegazione che si è dato:

«E’ stata una mossa del presidente Andrea Agnelli per venire incontro a quella frangia di tifosi che gli creava problemi, visto che mi sono professato romanista. Io non ho mai offeso nessuno al di là di sostenere che una società importante come quella bianconera non aveva bisogno di dirigenti che l’aiutassero a vincere le partite fuori dal campo. Arriverà un giorno che Agnelli capirà che ha commesso un grande errore».

Gli viene chiesto quali sono i compagni di squadra a cui è rimasto più legato. Risponde:

«Il primo nome che mi viene in mente è Furino. Sono un appassionato del gioco delle carte e Beppe mi ha insegnato tutto. Ma poi non posso dimenticare Bonini, Rossi, Platini e Tardelli. Nella Roma ho legato con tutti a cominciare da Nela, Conti, Giannini, Desideri, Di Carlo, senza dimenticare Voeller. Ricordo ancora quando in ritiro a Vipiteno non sapevano con chi metterlo, visto che parlava soltanto tedesco. Mi sono fatto avanti. In camera gli spiegavo come imparare l’italiano. ‘Rudi guarda il telegiornale, così associ le immagini a quello che dicono’. Bastava però che mi girassi un attimo e subito cambiava mettendo quei canali tirolesi che cantano 24 ore al giorno».

A Boniek è appena scaduto il secondo mandato a capo della federazione polacca. Parla dei suoi progetti futuri:

«Ora sono vice presidente della Uefa ma è un ruolo che non mi preclude di fare altre cose».

E si candida per la Roma.

«Ho conosciuto i Friedkin e se un domani dovessero aver bisogno, si potrebbe parlare. Non sono uno che si propone. A 65 anni sto bene così».

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