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Quando Nino Manfredi si trovò in salotto una famiglia di fan napoletani che sorseggiava caffè

Su Il Fatto uno stralcio del libro che Luca Manfredi dedica al padre. La famiglia Manfredi era in vacanza a Scauri, i napoletani si introdussero in casa mentre Nino faceva la pennichella

Quando Nino Manfredi si trovò in salotto una famiglia di fan napoletani che sorseggiava caffè

Il Fatto Quotidiano pubblica un estratto del libro di Luca Manfredi dedicato a suo padre Nino, “Un friccico ner core”. In esso racconta un episodio alquanto insolito che ha visto protagonisti dei fan napoletani del celebre attore scomparso. Manfredi e famiglia erano in vacanza a Scauri.

Un giorno ci siamo svegliati tutti dalla solita pennichella pomeridiana e abbiamo sentito dei bisbigli in dialetto campano e dei rumori provenire dal piano di sotto. Ci siamo insospettiti e, devo dire, anche un po’ spaventati: temevamo fossero dei ladri che ci avevano fatto visita in casa, approfittando del fatto che dormivamo e che era tutto aperto. Dopo qualche tentennamento, mio padre prese coraggio e fece capolino dalle scale… e quel che vide lo lasciò a bocca aperta: c’era un’intera famiglia di napoletani, comodamente seduta nel nostro salotto, che si prendeva il caffè. Per quanto sconosciuti, sembravano innocui”.

Nino Manfredi si affacciò dalla balaustra delle scale stupito, chiedendo al gruppo chi fosse e come mai si trovasse in casa sua e il capofamiglia, posando la tazzina del caffè, rispose:

““Oh, signor Manfredi buongiorno! Speriamo di non avervi disturbato! Eravamo di passaggio da queste parti e siamo entrati a farvi un saluto. È un onore, per la mia famiglia, fare la vostra conoscenza!”. Poi dando uno sguardo compiaciuto alla moglie, alla suocera e ai due figli, tutti ugualmente obesi, aveva aggiunto: “Siete tale e quale a Dudù! Noi Operazione San Gennaro lo sappiamo a memoria! Concettì… ”. E rise”.

Erano semplicemente degli ammiratori, racconta il figlio di Manfredi: erano venuti a sapere che la famiglia si trovava in vacanza a Scauri e

“non si erano fatti alcuno scrupolo a introdursi in casa nostra. Ma avendoci trovati a fare il riposino, si erano serenamente accomodati e, nell’attesa del nostro risveglio, si erano preparati na tazzuliella e cafè. Mio padre era così sbalordito che non riuscì nemmeno a cacciarli: d’altronde loro non pensavano di aver fatto qualcosa di male (…)”.

 

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