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Mirenghi: «A Napoli abbiamo vinto rispettando il budget, mi aspettavo riconoscenza per questo»

Intervista al general manager che ha lasciato il Napoli Basket: «Non ho apprezzato il cambio di mansioni propostomi, ma soprattutto non condividevo più le scelte di fondo della società»

Mirenghi: «A Napoli abbiamo vinto rispettando il budget, mi aspettavo riconoscenza per questo»
foto Daniele Buffa/Image Sport

Il general manager Antonio Mirenghi dopo due anni e mezzo di trionfi lascia la Ge.Vi., il Napoli Basket.

Siamo diretti. Cosa è successo?
“Nulla di più di quello che ho scritto nella lettera aperta. Non ho apprezzato il cambio di mansioni propostomi, ma soprattutto non condividevo più le scelte di fondo della società”.

È deluso? Si aspettava maggiore riconoscenza?
“Non mi aspettavo riconoscenza a titolo personale perché comunque ad alto livello lo sport è soprattutto business. Ma proprio per questo motivo mi aspettavo maggiore riconoscenza per i risultati ottenuti. Vincere non è mai scontato, farlo rispettando il budget preventivato e avendo assemblato un gruppo speciale di giocatori e di uomini resta qualcosa di cui vado fiero”.

Quindi le è stato proposto un cambio di ruolo. Lo avrebbe accettato con altre condizioni?
“Per questa società e per la pallacanestro a Napoli ho sempre dato tutto me stesso. Non ne ho mai fatto questione di orgoglio, ma ho sempre creduto che questo sia un gioco di squadra. In campo, nello staff e in una società chi pensa al proprio beneficio prima di quello del gruppo è sulla strada sbagliata”.

A seguito della sua lettera di saluto alla piazza qualcuno ha equivocato come spesso accade sui social. Stavolta il vil danaro non c’entra niente, ce lo conferma?
“Chi pensa che il mio addio sia una questione economica ha frainteso completamente il senso del mio messaggio”.

Il suo ruolo andava oltre. Era amato dal territorio, manteneva rapporti in tutta Italia con procuratori e giocatori. Quanto è stato difficile essere tifoso della squadra che costruiva?
“Si è sempre tifosi di ciò che si fa, in ogni lavoro fatto bene. Ma l’esperienza insegna a mantenere un certo distacco per affrontare successi e sconfitte con equilibrio e per conservare la giusta compostezza in ogni circostanza. Ora torno a essere solo tifoso, lascerò scorrere più facilmente il mio sangue napoletano”.

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