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Leicester è un’inversione di tendenza rispetto al recente modesto cammino europeo del Napoli

Koulibaly dimentica che giganteggiò con Liverpool e Psg, forse scioccato dal declino che ci portò a Granada. Anche a Leicester, comunque, troppe insicurezze

Leicester è un’inversione di tendenza rispetto al recente modesto cammino europeo del Napoli
Hermann /KontroLab

Riflette luce accecante il Napoli di Spalletti nella bomboniera del Leicester City Stadium. Una partita consistente e maiuscola, pregna di indicazioni per chi vuol puntare un gettone sulla vincente del girone di Europa League degli azzurri. Per memoria ed afflato ci sentiamo maggiormente coinvolti rispetto a Koulibaly riguardo alle sorti della squadra. Ma ci meraviglia la memoria corta del centrale senegalese. Proprio lui, prima dell’avvento dello sciagurato Gattuso, insieme al Napoli nelle ultime due Champions disputate, fece illudere molti tifosi e tanti osservatori, rispetto alla crescita ed all’autorevolezza dimostrata nel girone della morte con PSG e Liverpool, fino ad uno storico quarto di finale con l’Arsenal (secondo miglior piazzamento in Europa dell’era ADL).

Probabilmente Koulibaly, visto l’enorme shock vissuto per diciotto mesi, per lui neri, ha rimosso le magrissime figure rimediate con il predecessore dell’attuale allenatore, nei vari campetti delle più remote province d’Europa, oltre che con il Granada. Ma del resto le peggiori figure in Europa il Napoli le ha rimediate con gli allenatori che sono stati maggiormente acclamati dalla tifoseria. Sempre pronta a non guardare oltre l’appartenenza etnica del condottiero di turno. Ancora troppo presto giudicare il lavoro europeo di Spalletti. Lo decideranno il lungo periodo, l’eventuale coppa d’Africa ed le scelte, che ahinoi si presenteranno ad un dato punto della stagione.

I rallentamenti in mentalità e risultati, in Europa, sono vergate dalle firme adorate dalla tifoseria, che ,ripetiamo, riconosce etnicamente i propri rappresentanti. Ma anche dagli attuali padroni dello spogliatoio del Napoli risultano essere correi di un andamento europeo imperscrutabile. Il pareggio sul campo del Leicester, per come si erano messe le cose è un ottimo risultato. Ma non crediamo di far dispiacere nessuno se diciamo che le tante occasioni sprecate sono il segnale costante di un’insicurezza di fondo che è stata offuscata dalle prodezze di un singolo oppure dal lavoro dei tecnici che solamente la fame, la forza e la disperazione del calcio dì Osimhen hanno nascosto.

Prima che Osimhen ci illuminasse d’immenso, a Napoli è passato il capitano Dreyfus. Il quale nonostante una luminosa carriera sui campi di battaglia di tutta Europa (anche a Napoli) è stato disprezzato vilipeso ed infine condannato all’eterna ignominia. Ma siccome Napoli a livello calcistico è più o meno rilevante come lo Sheriff Tiraspol, adesso il capitano Dreyfus è tornato dove gli compete, perfettamente calato in una realtà che è la propria. Il Napoli però grazie allo scafato Lucio potrebbe riprendere da dove ci aveva lasciato il capitano, che siamo certi dirà la propria in Europa.

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