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Addio a Jimmy Greaves il grande bomber inglese che visse il Mondiale 66 come una tragedia

L’entrataccia di un francese lo escluse. Subentrò Hurst che divenne l’eroe. La sera della festa, se ne andò. Quella gioia non gli apparteneva. Ha conosciuto l’alcolismo e l’ospedale psichiatrico

Addio a Jimmy Greaves il grande bomber inglese che visse il Mondiale 66 come una tragedia

Se n’è andato Jimmy Greaves con ogni probabilità il più forte attaccante del calcio inglese. Giocò dalla fine degli anni Cinquanta all’inizio dei Settanta. Fece anche dieci presenze in Serie A, col Milan, e segnò dieci gol. È il quarto bomber di sempre della Nazionale inglese ma nettamente con la media gol più alta: 44 reti in 57 partite. Ha giocato quasi dieci anni al Tottenham, realizzando oltre 266 reti. Nel 1963 condusse il Tottenham a essere la prima inglese a vincere una coppa europea: la Coppe delle Coppe in finale con l’Atletico Madrid. Finì 5-1 con doppietta di Greaves. Fu colpito da un ictus nel 2015, da lì era è rimasto sulla sedia a rotelle in condizioni sempre più complesse.

Il grande dolore di Greaves è legato al Mondiale del 66. Nella terza partita del Mondiale, contro la Francia, subì un’entrata feroce da parte di un avversario che gli procurò un taglio profondo all’altezza dello stinco. Furono necessari quattordici punti di sutura. Il Times ricorda molto bene quei giorni.

“Pensavo di avere un buco nella scarpa, sentivo il calzino inzuppato. Mi sono chinato e ho capito che era intriso di sangue”. Gli cucirono la ferita. “Lì ho capito che se l’Inghilterra avesse raggiunto la finale, non l’avrei giocata. Nel buio della mia stanza ho capito che la mia Coppa del Mondo era finita.”

Venne sostituito da Hurst e non entrò più. Entrò lo stesso nella storia per una foto che ritrae la panchina inglese scattare in piedi al terzo gol di Hurst in finale contro la Germania (uno dei tre fu il celebre gol fantasma).

“Quando Hurst segnò contro l’Argentina, nei quarti, capii che non avrei giocato la finale”.

Scrive Il Times che in quella foto ci sono due figure in contrasto con gli altri. Uno era il manager Ramsey naturalmente riservato, l’altro Greaves

Greaves guarda in modo interrogativo nella direzione del campo. “Era un vuoto totale”, disse in seguito. “Mi sentivo vuoto, completamente vuoto . . . anche in quel momento di trionfo e di grande felicità, in fondo ho sentito la mia tristezza.”

Ancora il Times:

Fu un momento che cambiò la sua vita. Quella notte, mentre la nazione celebrava e il primo ministro, Harold Wilson, si unì alla squadra al Royal Garden Hotel di Kensington, west London, Greaves e sua moglie Irene salirono su un volo per Maiorca. «Pensai, è finita, non ne faccio parte; andiamocene da qui. Non avvertivo nulla.»

Pochi anni dopo, Greaves divenne un alcolizzato senza speranza, vendeva maglieria da donna al mercato per procurarsi soldi per bere. “Fui ubriaco dal 1972 al 1977. A volte bevevo fino a 20 pinte di birra in un giorno, andavo a casa e bevevo una bottiglia di vodka prima di andare a letto.

Un decennio buio, ha conosciuto anche l’ospedale psichiatrico. Pi, la ripresa. È diventata anche una star della tv. “Ricordo molto poco di quel periodo, dissero che mi ero trasformato in un mostro”.

Una delle sue frasi più note è:

Ero uno dei pochi che credevano che avremmo vinto la Coppa del Mondo. Quello che non ho mai pensato è che avremmo vinto senza di me.

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