Trentalange: “Presto un arbitro donna in Serie A, bisogna comunicare e non essere presuntuosi”

Il presidente dell’AIA all’Ansa: “È necessario costruire ponti, un linguaggio tecnico ed etico. L’AIA futura deve necessariamente aprirsi”

Trentalange aia d'onofrio

Alfredo Trentalange, presidente dell’AIA, ha rilasciato alcune dichiarazioni – riportate dall’Ansa – a margine degli eventi organizzati per i 110 anni dell’Associazione Italiana Arbitri.

È un auspicio e un progetto che ho e abbiamo da quando sono stato eletto. È inevitabile al momento dire che non ci sono né nomi né date precise ma è comunque assodato che Katia Senesi sta facendo un grande lavoro. Poi è naturale che spetterà agli organi tecnici far rispettare i temi meritocratici.

Ma credo non ci sarà più tanto da aspettare. Stiamo investendo sugli strumenti perché tutti abbiano le stesse opportunità. Una ricerca maggiore sulle problematicità che sono principalmente quelle atletiche, con preparatori che conoscano esigenze e stili di allenamento diversi. Vogliamo dare le stesse opportunità. Gandhi diceva “Prima non ti considerano, poi di deridono, poi ti combattono, poi vinci”. Io credo in questo.

L’arbitro del futuro deve essere un ricercatore e non un presuntuoso e parlare la stessa lingua delle altre componenti. È necessario costruire ponti, un linguaggio tecnico ed etico. L’AIA futura deve necessariamente aprirsi.

Siamo molto bravi ad arbitrare, un po’ meno a comunicare. Perché si possa fare questo ci devono essere però i presupposti. Il canale di comunicazione non può essere a intermittenza, non può essere solo su ciò che divide, non si può fare troppa dietrologia. Se vogliamo fare cultura sul fair play e sull’etica, dobbiamo tutti sforzarci di comprendere l’altro. La comunicazione deve partire dai punti di forza che non possono essere solo gli errori che umanizzano l’arbitro, ma dietro il lavoro dei fischietti c’è molto altro. Valori che vanno promossi e condivisi.

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