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Orietta Berti: «Che belle le Feste dell’Unità anni 70 e 80, oggi chi si mette a cucinare gratis?»

Al Corsera dopo il successo di “Mille”: «Ricordo le Case del Popolo, lì leggevo le poesie di Evtuschenko. Bello lavorare con i giovani, sono cuccioloni e rispettosi»

Orietta Berti: «Che belle le Feste dell’Unità anni 70 e 80, oggi chi si mette a cucinare gratis?»

Orietta Berti. Intervistata dal Corriere della Sera per il successo estivo di “Mille” con Fedez e Achille Lauro.

A lei piace molto lavorare con i giovani. Perché?

«Lo trovo troppo bello. Sono cuccioloni, rispettosi. Mi danno energia, entusiasmo e tante soddisfazioni».

Un desiderio da realizzare?

«Non ne ho mai avuti, ho sempre afferrato quello che arrivava. Forse solo uno. Da ragazzina mi piacevano tanto le poesie di Evtušenko, le leggevo alla Casa del Popolo di Cavriago, dove sono nata. Le ricopiai tutte su un quaderno, chissà che fine ha fatto? Ho sempre cercato un suo libro: “Non sono nato tardi”. Qualche anno fa me lo ha regalato mio figlio, lo ha trovato di seconda mano su Internet».

Le Case del Popolo sono un ricordo lontano.

«Che belle! Si ballava, si suonava. Con mia madre ci andavamo a vendere una rivista bellissima, Noi donne».

È femminista? «Mia madre lo era».

La sua estate più bella?

«Quelle degli anni 70 e 80, quando lavoravo con Bibi Ballandi. Riuscivo a fare tre date in una sola sera. Erano i tempi delle Feste dell’Unità in grande stile: oggi chi si mette a cucinare gratis?».

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