I bagnini di Rimini contro i genitori distratti: «Noi salviamo i loro figli mentre loro chattano»

Sul CorSera: «Dovrebbero stare più attenti ai figli e lasciar perdere il telefonino. Non siamo babysitter»

i bagnini di rimini contro i genitori distratti

I bagnini di Rimini si schierano contro i genitori distratti. Troppi i salvataggi dei bambini in mare, mentre mamma e papà sono distratti dai cellulari. Non solo: dopo che i bagnini salvano i piccoli, i genitori nemmeno ringraziano. La storia è sul Corriere della Sera. Uno degli ultimi salvataggi è avvenuto pochi giorni fa al Tortuga Beach Bagno 67: due fratellini di 7 e 8 anni stavano annegando a poco meno di trecento metri dalla riva. Sono stati portati in salvo da Stefano Simoni e Roberto Bertozzi, bagnini, appunto. Simoni racconta il dopo salvataggio:

«Pacche sulla spalla? Quei ragazzini non li ho più visti, e neppure i genitori: ma il punto non è questo. Il punto è che i genitori dovrebbero essere più attenti, tenendo sott’occhio i figli e lasciando perdere il telefonino: spesso sono distratti e chattano in continuazione».

Sono 300 i bagnini della Riviera.

«Ognuno di noi ha uno specchio d’acqua da sorvegliare di 45 mila metri quadrati, qualcosa come dieci campi da calcio. Da parte nostra, facciamo molta prevenzione: una volta alla settimana, alla fine del turno, seguiamo i corsi di aggiornamento dell’East Coast Rescue Academy. È il nostro mestiere, va bene così. Però, anche i genitori devono prestare più attenzione ai loro figli».

E il presidente della Società nazionale di salvamento, Giuseppe Marino, chiosa così:

«I bagnini non sono babysitter».

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