ilNapolista

Dotto su Tamberi: mai vista una rappresentazione così piena e commovente della felicità

Sul Corsport: “Quando l’ho visto rotolare a terra ho pensato che potessero trasferirlo in un reparto di malattie nervose. L’abbraccio con Jacobs è un’immagine eterna”

Dotto su Tamberi: mai vista una rappresentazione così piena e commovente della felicità
Tokyo (Giappone) 01/08/2021 - Salto in Alto / Olimpiadi Tokyo 2020 / foto Imago/Image Sport nella foto: Gianmarco Tamberi

La felicità può uccidere? Ho temuto di sì, quando ho visto il ragazzo precipitare a terra, rotolare, schizzare epilettico, urlando, piangendo, tarantolato, senza che nulla potesse calmarlo”.

Giancarlo Dotto scrive della medaglia d’oro conquistata da Gianmarco Tamberi, Gimbo,

il ragazzo folle, svitato, dionisiaco che trova una sintesi magnifica di tutto, come quando si prende Marcell, mille volte più composto di lui, figlio di un marine tutto d’un pezzo, gli prende la testa e se la porta sotto la bandiera. Due teste che diventano un’unica testa, liberi di baciarsi e di coccolarsi nascosti agli occhi del mondo dalla stoffa che li rende unici e indivisibili, di dirsi la cosa più intima e più ubriacante: ‘Io e te, siamo da oggi due fottutissimi eroi’. L’immagine copertina da qui all’eternità dello sport azzurro”.

Sull’esultanza di Tamberi dopo aver saputo che poteva condividere la medaglia con l’amico Barshim:

Mai vista in vita mia una rappresentazione così piena, intensa e commovente della felicità. O forse, non ho mai visto uno così felice. Paventando davvero, quando la cosa non accennava a placarsi, che sarebbero venuti a prenderlo per trasferirlo in un reparto di malattie nervose. Caso di isteria parossistica dovuta a un eccesso di felicità”.

Gimbo chiama Jet. E Jet risponde, scrive Dotto.

La felicità non è un diritto, ma per i due lo era, tra storie difficili, miliardi di dubbi, tendini spezzati e padri irraggiungibili”.

 

ilnapolista © riproduzione riservata