Il collettivo “inviati a Londra” si scatena nei giudizi sull’Inghilterra. Sembra un pezzo scritto con l’eleganza di un freelance scozzese un po’ alticcio

“Dai nostri inviati a Londra”. Così il Corriere della Sera firma le pagelle dell’Inghilterra. Con una sorta di anonimato protettivo. Tutti assieme, evidentemente, vogliono prendersi la paternità dei giudizi sulla partita degli uomini di Southgate, scritti con sobrietà, misura, equilibrio. Via Solferino sembra che si sia trasferita in Scozia. Ogni giudizio contiene un elemento del casellario giudiziario di calciatori e parenti. Le pagelle morali, per non dire altro.
Per esempio, Pickford: “Tra i segreti del suo salto di qualità c’è anche il lavoro fatto con lo psicologo, che ora potrà prendersi un po’ di vacanza”.
O, molto meglio, Maguire (elegantemente definito il Capoccione): “Chissà se adesso tornerà a Mykonos, dove è atteso l’appello per la condanna a 21 mesi per aggressione”.
I feticisti del genere riconoscono l’impronta stilistica: “calciatori brutti”. Magari hanno subappaltato il box a pagina 6 a un freelance scozzese, un po’ alticcio. La contentezza che traspare è comune alla causa. E dunque segue Trippier “che ha preso 80 mila euro e 10 di turni di multa per aver puntato sul suo passaggio dal Tottenham all’Atletico. Gli piace vincere facile anche con Emerson per un’ora. Poi le quote cambiano”.
Phillips “lo chiamano «Pirlo dello Yorkshire» e non è chiaro se Andrea abbia già intentato causa. Lui però ha fatto un Europeo da copertina e oggi riceverà una telefonata, dal carcere, per i complimenti di papà”.
Ma la il collettivo “inviati a Londra” è chiaramente ispirato. Rice è “l’unico inglese astemio che sbatte in faccia a Barella la porta del pub”. Shaw “ribattezzato «Shawberto Carlos»”.
E se Grealish ha “gambe da calcio gaelico”, quella su Kane è una nota musicale: “La ballata di Harry Kane, su musica delle sue cugine irlandesi, manda fuori tempo gli azzurri”.
Sterling è “nato in Giamaica come Bolt, il suo secondo nome è Shaquille come il grande (e grosso) cestista: stopparlo non è facile, anche perché ha il tuffo sempre in canna”.
Mount, infine, “può svuotare la valigia piena di snack, ma prima si mangia le mani per il ritardo su Verratti”.