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Panatta: per battere Djokovic Berrettini deve continuare ad essere se stesso, senza inventare niente

Sul Corriere della Sera. Nole non lo ha dimenticato, ma resta l’Everest del tennis. Matteo deve solo alzare il livello e infilarsi nei buchi liberi da Djokovic

Panatta: per battere Djokovic Berrettini deve continuare ad essere se stesso, senza inventare niente

Oggi alle 15, a Wimbledon, Matteo Berrettini affronterà Djokovic nella finale. Sul Corriere della Sera il commento di Adriano Panatta. Berrettini, scrive, è più erbivoro di quanto lui non creda.

“Ho seguito Matteo per tutto il torneo, e non c’è stato un match in cui non abbia giocato da erbivoro vero. Quello che non sono mai riuscito a essere io”.

“è nato anche per vincere il torneo”.

Si diverte, e dovrà continuare a divertirsi, scrive, ma per battere Djokovic serviranno anche altre cose.

“Si sono annusati poche settimane fa al Roland Garros, e non mi è sembrato che il numero uno fosse così felice, quando Matteo l’ha artigliato e gli ha imposto il proprio tennis. Secondo me, Nole non l’ha dimenticato. Malgrado ciò, Djokovic rappresenta un problema, per chiunque lo affronti. È il più grande pallettaro moderno del tennis, l’Everest del tennis di rimessa e di attesa. Attesa, ovviamente, della sciocchezza che prima o poi uno è costretto a fare. Matteo deve continuare a fare il Berrettini, senza inventarsi nulla, ma dovrà elevare il proprio gioco di qualche ulteriore spanna. Tenere la prima sopra il 75 per cento, infilare i colpi in tutti i pertugi lasciati liberi da Nole, forzare qualche situazione in modo da liberare spazi. Essere svelto, efficiente e autorevole. Dovrà essere un Berrettini mai visto. Ma i colpi per vincere li ha”.

 

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