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Gazzetta: débacle Gattuso. Un’estate da disoccupato e il fastidio per il cellulare che non squilla

Il quotidiano apre gli occhi sul tecnico: “forse anche lui ha qualcosa da rimproverarsi”. A Napoli è stato troppo rigido. E con la Fiorentina il silenzio fa comodo ad entrambi

Gazzetta: débacle Gattuso. Un’estate da disoccupato e il fastidio per il cellulare che non squilla

La Gazzetta dello Sport dedica una pagina alla débacle Gattuso. Da tutto a niente, scrive. Dalla possibilità di sbarcare in Champions con il Napoli al nulla delle vacanze forzate, senza neanche una chiamata per una panchina.

L’ex tecnico del Napoli è disoccupato. E soffre.

“Oggi Gattuso deve accontentarsi di seguire il calcio da innamorato del pallone. E ha allungato le vacanze. Ma questo non è certo motivo di gioia. Anche la presentazione del nuovo calendario di Serie A è stata una coltellata al cuore. L’ex tecnico del Napoli non si è mai sentito a suo agio nel ruolo di chi deve aspettare che un collega vada in difficoltà. Non a caso ad alcuni amici ha confidato che gli piacerebbe vivere un’esperienza alla guida di una Nazionale. I prossimi mondiali sono praticamente dietro l’angolo. Potrebbe iniziare subito un nuovo lavoro. Ripartire quasi da zero non l’ha mai spaventato. Lo infastidisce di più il cellulare che non squilla”.

Sicuramente Gattuso è stato preso di mira ad un certo punto del campionato, scrive la rosea, quando lo hanno descritto come un uomo malato e un professionista non più in grado di allenare. Ma ha anche commesso errori su cui dovrebbe riflettere. A partire dal suo rapporto con il Napoli.

“Quando ha rimesso a posto la squadra, forse con qualche partita di ritardo, non ha avuto la diplomazia necessaria per riallacciare i fili del rapporto con il presidente De Laurentiis. E questo è un primo insegnamento che non deve cadere nel vuoto. Il Gattuso allenatore ha ancora dei tratti troppo rigidi. L’autonomia nel proprio ruolo è un diritto. Ma quando guidi una squadra importante in una piazza importante a volte bisogna anche addolcire qualche sfaccettatura del proprio carattere”.

Poi c’è stata la Fiorentina, con la questione Mendes.

“Il fatto che né la società viola né Gattuso abbiano chiesto di essere liberati dalla clausola di riservatezza vuol dire che ‘il silenzio’, anche a bocce ferme, giova a entrambe le parti”.

 

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