Ponte Morandi, i pm chiedono il processo per 59 imputati. C’è anche l’ad di Autostrade Castellucci

Su Repubblica. Stralciate le posizioni di altri 10 indagati. I rinvii a giudizio saranno formalizzati a breve. Riguardano manager, dirigenti, tecnici di Aspi, Spea e Mit 

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La procura di Genova chiede il processo per 59 dei 69 indagati per la strage del Ponte Morandi, e anche per Autostrade per l’Italia e Spea, l’azienda che all’epoca del crollo si occupava della manutenzione delle infrastrutture per conto di Aspi. La notizia è su Repubblica. Le posizioni degli altri dieci indagati vengono stralciate: saranno essere sottoposte ad un’ulteriore valutazione prima di decidere se archiviarle o meno.

Le richieste di rinvio a giudizio saranno notificate nelle prossime ore: per avere certezza sui nomi bisognerà aspettare. Ma il quotidiano fornisce già qualche indizio.

I 59 indagati per cui si chiede il processo sono tutti manager, dirigenti, tecnici di Aspi e Spea, del Ministero delle Infrastrutture e del Provveditorato alle Opere Pubbliche. C’è anche qualche ingegnere e professore universitario ingaggiato come consulente. Tutti, comunque, con ruoli e responsabilità penali rilevanti rispetto all’intera vicenda giudiziaria. Primi fra tutti: Giovanni Castellucci, Michele Donferri Mitelli, Paolo Berti, rispettivamente amministratore delegato, direttore delle Manutenzioni e capo delle Operazioni presso Aspi; ancora, Antonino Galatà, Massimiliano Giacobbi ed altri di Spea“.

Sono tutti chiamati a rispondere, a vario titolo, di omicidio colposo plurimo, crollo colposo, omicidio stradale, attentato alla sicurezza dei trasporti, falso e omissione dolosa di dispositivi di sicurezza sui luoghi di lavoro.

Per gli investigatori e per i magistrati gli indagati

«già 5 anni prima del crollo conoscevano le condizioni del viadotto Morandi, erano consapevoli dei pericoli».

Il 14 agosto 2018 il viadotto sul Polcevera crollò portando con sé 43 persone, che persero la vita in modo assurdo. Gli investigatori hanno impiegato due anni e nove mesi per fare luce sul disastro.

 

 

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