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Peccato che Nadal e Djokovic non siano eterni

Ben vengano le novità ma ieri, ancora una volta, ci hanno incollato allo schermo. Il terzo set è stato da museo del tennis

Peccato che Nadal e Djokovic non siano eterni
Londra (Inghilterra) 10/07/2019 - Wimbledon / foto Panoramic/ Insidefoto/Image Sport nella foto: Novak Djokovic ONLY ITALY

Quante cose fareste o avete fatto ben 58 volte e vorreste ripeterle ancora e ancora? Pochissime. Si sa, il troppo stroppia, ma non se ripetiamo un’esperienza dalla qualità eccellente (nei vari significati, non solo estetici, del termine).

Per chi li ha mai visti giocare uno contro l’altro, una di queste eccezioni consiste probabilmente nell’assistere a una partita tra Rafael Nadal e Novak Djokovic, due dei più grandi campioni sportivi (tennisti nel loro caso è riduttivo) di tutti i tempi. Pur avendo ormai circa trentacinque anni entrambi, da appassionati ci si può solo augurare che continuino a regalare lo spettacolo -che non è mai solo una questione di piacere estetico, ma innanzitutto di coinvolgimento emotivo con lo spettatore – che loro due e Roger Federer hanno regalato da più di quindici anni negli stadi di tutto il mondo. Grazie al loro tennis, ai risultati eccezionali e alla loro personalità tennistica e umana molto variegata, sono stati in grado di dare al proprio sport una popolarità mai avuta in passato.
Nadal e Djokovic, in particolare, hanno caratteristiche tecniche che teoricamente non garantiscono, quando si affrontano, un sufficiente confronto di stili per lo spettacolo. Tuttavia, sono tennisti così eccezionali da tanti punti di vista che gli incredibili record per i quali combattono, la loro sana ma molto accesa rivalità, il talento immenso che esprimono in maniera diversa, garantiscono momenti di bellezza pura ed emozioni intense. Alcune volte tra i due sono venute fuori partite memorabili, in altri casi solo belle, ma praticamente sempre, per un motivo o per un altro, sono state da ricordare perché coinvolgenti (in tal senso più di match giocati meglio dal punto di vista tecnico da altri tennisti).

Ieri
, nella semifinale del Roland Garros, hanno giocato una partita molto emozionante, grazie anche alla posta in palio altissima (tra primati nel numero di Slam vinti, settimane al numero 1 del mondo, confronti diretti, ecc). Il match ci ha detto che sì, le novità fanno sempre bene, ma loro ci mancheranno, e tanto. In particolare, il terzo set, durato quasi due ore con continui colpi di scena inframmezzati da punti memorabili, è stato uno spot per il tennis.
Non si sa come facciano, ma hanno sempre qualcosa di nuovo da regalare emotivamente a chi li guarda, sanno come trovare il modo di far alzare dalla sedia ad applaudirli entusiasticamente.
Tutto finisce, ed è giusto così: ci saranno altri grandi campioni a incollarci allo schermo, ma sarebbe bello se le loro carriere e rivalità fossero come quel bellissimo terzo set, tendente all’infinito.
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